Power in the City – Zerobriciole, il take away che ha conquistato Milano
Economia

Power in the City – Zerobriciole, il take away che ha conquistato Milano

“Io? Cucinare? Non se ne parla!”. A parlare non è la sottoscritta, unica al mondo forse a non sapere preparare nemmeno un uovo sodo (oddio! una volta l’ho fatto ma solo dopo avere chiesto consulenza telefonica all’ex fidanzato in quel …Leggi tutto

“Io? Cucinare? Non se ne parla!”. A parlare non è la sottoscritta, unica al mondo forse a non sapere preparare nemmeno un uovo sodo (oddio! una volta l’ho fatto ma solo dopo avere chiesto consulenza telefonica all’ex fidanzato in quel momento preciso sotto il palco dei Metallica; la risposta –urlata- ve la lascio immaginare…). A parlare è Martina Camporeale, 36 anni, romana di nascita e milanese d’adozione, ideatrice della neonata Zerobriciole, una società che in pochi mesi sta reinventando la pausa pranzo e cena dei milanesi consegnando con puntualità svizzera cibi che non sporcano, non sbriciolano, non ungono ecc ecc.

“Nomen omen” sorride Camporeale intercettata da Panorama in una delle sue rare pause (come ogni neoimprenditore che si rispetti lavora anche 14-16 ore al giorno domenica esclusa e in meno di 3 mesi dal lancio dell’iniziativa ha perso 8 chili!). Consulente per la ristorazione (con in carnet collaborazioni top con il romano “Gusto” o il lucchese “Grano Salis”, solo per citarne un paio), sommelier di lungo corso, e con in tasca un diploma all’Istituto europeo di design (Ied) e una laurea in scienze della comunicazione alla Lumsa di Roma, Camporeale è chiara: “L’offerta per la pausa pranzo è un disastro con non pochi locali al limite della legalità sanitaria e listino prezzi salatissimo”.

Ergo: farsi strada è possibile. Soprattutto se si punta su menù originali a portata di scrivania. Altrochè il solito panino! Qui c’è di tutto. Compreso lo stecco di pollo (proprio così: il pollo è attorcigliato su uno stecco manco fosse un gelato!, euro 4,50); il maki al salmone con caprino fresco e semi di papavero (una sorta di piadina tagliata come il maki giapponese, euro 5,00); o le polpette in umido con pomodoro fresco e basilico, euro 6, 00. Queste ultime pare siano immancabili nell’ordine-fiume che Luca Dini & Co, ossia lo staff di punta di Vanity Fair, fa partire durante le chiusure più concitate. “Anche il purè di piselli va forte” ride Marco De Martino, vice di Dini.

Sono una trentina i piatti e a confezionarli nelle cucine ultramoderne allestite in zona Lazzaro Papi, a pochi passi da Porta Romana, sono tre cuochi. Martina Camporeale esclusa, appunto. «Io al massimo acquisto gli ingredienti» specifica. E lo fa davvero. Optando se possibile per le bancarelle dei mercati. E aggiunge: «Con me lavorano 6 persone per ora». Partire non è stato facile. Anche sul piano economico. C’erano i risparmi, d’accordo. Ma ora c’è da pagare pure un prestito da 200 mila euro. “A tassi d’interesse di usura” dice la giovane imprenditrice.

E rilancia: “Districarsi tra tutte le carte e i permessi necessari è impossibile. O meglio: ci vogliono consulenti per tutto”. Quelli di cui si avvale Camporeale sono 7, più dei suoi collaboratori! E il futuro? “I progetti sul tavolo ci sono e non sono pochi» azzarda. E anticipa il suo sogno nel cassetto: ideare i ristoranti itineranti sulla falsa riga dei Kogi BBQ To-Go nati a Los Angeles.

Non i soliti baracchini allestiti agli angoli delle strade e presi d’assalto alle ore più improbabili dalla “gente della notte” o presunta tale ma vere e proprie bancarelle del gusto su 4 ruote che offrono le migliori delizie coreane (nel caso di Kogi!). «Nel caso di Zerobriciole proporremmo il nostro menù (adatto anche ai vegani!) e cambieremmo itinerario ogni giorno» precisa Camporeale.
P.s. A fare la differenza nell’offerta di Zerobriciole è pure la consegna a carico dei ragazzi (pare molto prestanti!) di UrbanBm, i corrieri che sfrecciano per tutta Milano rigorosamente in bici. «Capita spesso che chi chiama per fare un ordine chieda: ma mi mandi Luca? Giovanni? (nomi di fantasia, sia chiaro!)» sorride Camporeale.

La bacheca di ordinazioni dei clienti di ZerobricioleI maki al pollo, una delizia di Zerobriciolemakisalmone_zb-150x150.jpgMartina Camporeale nei suoi uffici di Milanopack_zb-150x150.jpgI cestini di verdure di Martina CamporealeGli stecchi di verdure di ZerobricioleMartina-Camporeale-150x150.jpg

I più letti

avatar-icon

Zornitza Kratchmarova

Il nome? È strano, d’accordo. Sono bulgara, ma vivo in Italia da sempre o quasi. Anche se la vita Oltrecortina me la ricordo bene. Essere un ibrido mi piace. Né bulgara né italiana. Credo che aiuti ad avere punti di vista diversi, forse più sfaccettati. Per il resto che dire… Sono laureata in Scienze Politiche alla Statale di Milano. Quello che apprezzo di più? La franchezza! Costi quello che costi! Nel lavoro e nella vita privata. Non fa differenza! Quindi? Siate franchi! Ditemi quello che pensate, scrivetemi, fatevi sentire. Nel bene e nel male! L’idea di questo blog è spiegare sigle astruse in un linguaggio semplice e per quanto possibile divertente. Vale lo stesso principio: scrivete! Datemi suggerimenti di ogni tipo! Fate commenti!

Read More