Economia

Asset, ovvero i beni che hanno un valore. Ed Enrico Bondi lo sa

“Faccio in fretta un altro inventario, smonto la baracca e via, cambio zona itinerario, il mio indirizzo è la follia…”. Cantava Renato Zero in Mi vendo, pezzo cult del 1977 cantato da decine di migliaia di “sorcini” …Leggi tutto

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Faccio in fretta un altro inventario, smonto la baracca e via, cambio zona itinerario, il mio indirizzo è la follia…”. Cantava Renato Zero in Mi vendo, pezzo cult del 1977 cantato da decine di migliaia di “sorcini” (e non solo). Che passasse in rassegna gli asset a sua disposizione prima di prendere il via? Chissà! Quel che è certo è che piaccia o no agli anglofobi o meglio a chi odia l’uso a tutti i costi di inglesismi vari (me compresa, sia chiaro!) il termine asset è ormai dato per scontato o quasi pure da noi.

Basta accendere la tivù o sfogliare un giornale qualsiasi per rendersene conto. Il significato letterale è “bene, dono”. Ma per gli amanti dei numeri indica qualsiasi risorsa economica o presunta tale a disposizione. Tradotto: nel caso del Renatone nazionale potevano essere vestiti, libri o stoviglie o quello che si vuole possa comporre la tana di ciascuno di noi (la baracca, per lui)!

Nel caso dei Monti-boys alle prese con la tanta acclamata spending review (altra parolina magica!) ogni pezzo che fa capo allo Stato e che potrebbe essere messo a reddito in modo migliore di quanto fatto finora per fare cassa. A cominciare dagli asset immobiliari.

In palio ci sono immobili su immobili da vendere, cedere o affittare magari non a prezzi ridicoli ad amici e amici degli amici che fruttano poco o niente. Nel dettaglio: stando all’Agenzia del demanio capitanata da Stefano Scalera l’impero immobiliare pubblico, tra risorse centrali e locali, vale 500 miliardi di euro!

Ripeto: 500 miliardi di euro!!! Avete presente quant’è? Tanto, tantissimo. Basti pensare che il nostro Prodotto interno lordo per il 2011 è stimato in 1.400 miliardi di euro circa. Ergo: il valore di case e casette varie di stampo pubblico ammonta a un terzo e più del Pil! Scommettiamo che il risanatore/tagliatore dell’industria italica l’ex Parmalat Enrico Bondi voluto dal Governo per indicare la retta via dei risparmi statali un’occhiata (e che occhiata!) la possa dare pure lì?

Ed ecco a voi il Renatone nazionale in una esibizione del 1977 con “Mi vendo”. Appunto!

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Zornitza Kratchmarova

Il nome? È strano, d’accordo. Sono bulgara, ma vivo in Italia da sempre o quasi. Anche se la vita Oltrecortina me la ricordo bene. Essere un ibrido mi piace. Né bulgara né italiana. Credo che aiuti ad avere punti di vista diversi, forse più sfaccettati. Per il resto che dire… Sono laureata in Scienze Politiche alla Statale di Milano. Quello che apprezzo di più? La franchezza! Costi quello che costi! Nel lavoro e nella vita privata. Non fa differenza! Quindi? Siate franchi! Ditemi quello che pensate, scrivetemi, fatevi sentire. Nel bene e nel male! L’idea di questo blog è spiegare sigle astruse in un linguaggio semplice e per quanto possibile divertente. Vale lo stesso principio: scrivete! Datemi suggerimenti di ogni tipo! Fate commenti!

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