Youtube: fenomeni online
Economia

Youtube: fenomeni online

Recitano. Insegnano. Cantano. Scherzano... Alcuni giovani italiani hanno trasformato il loro hobby in business e oggi incassano anche decine di migliaia di euro al mese. Il loro segreto? Sono approdati sul social network dei video. Dove, grazie alla pubblicità, ogni clic vale moneta sonante.

C’è chi oggi è un volto noto del piccolo e del grande schermo; chi da zero ha tirato su una vera e propria azienda; e chi guadagna abbastanza per arrivare comodamente a fine mese: senza sforzi titanici, ma grazie a un po’ di creatività, a una webcam e a Youtube. Il sito di video più famoso e frequentato al mondo è diventato un ufficio di collocamento per talenti nascosti, una via d’uscita dalla crisi a portata di chiunque. E infatti non si contano gli italiani che su Youtube hanno pubblicato clip dove cantano, recitano o danno consigli di ogni tipo.

Se moltissimi restano nell’anonimato, altri piacciono così tanto da trasformarsi in star del web. E oltre alla popolarità si godono i soldi della pubblicità che Youtube affianca ai loro video. «Si arriva a guadagnare 3 mila euro al mese» svela Frank Matano, che grazie ai suoi irresistibili scherzi telefonici è stato chiamato a lavorare dalla Rai e da Sky, ed è diventato una Iena di Italia 1.

Il bello è che non servono particolari competenze tecniche o strategie di marketing, si aderisce al programma di partnership di Youtube e il sito provvede a piazzare gli spot e invia i guadagni a casa. Unico compito è creare contenuti del tutto originali e che, ovviamente, attirino il pubblico. «È chiaro che una ricetta per il successo non esiste» avverte Matano «l’importante è essere costanti e imparare a promuoversi con ogni metodo, inclusi quelli artigianali. All’inizio, per esempio, impostavo il mio canale come pagina predefinita dei browser dei computer pubblici di alcune università. Sembra poco, ma ha aiutato a innescare il passaparola».

Un’altra strada è creare video in inglese o altre lingue, per puntare al più vasto pubblico internazionale. Così, grazie a Youtube, sono nate vere e proprie aziende. Come quella di Marco Bottone, la Passion4Profession, che con le sue clip di fitness tradotte in 13 lingue oggi dà lavoro a cinque persone e fattura più di 100 mila euro solo con i video. E oltre ai filmati crea app per i dispositivi mobili da milioni di download. «All’inizio, nel 2009, guadagnavo 300 dollari al mese» ricorda Bottone. «Ho deciso di dedicarci tempo ed energie, ho caricato più contenuti e gli assegni mensili sono saliti a 1.000 dollari. Poco dopo addirittura a 6 mila. Così ho potuto espandermi e investire sull’internazionalizzazione del mio marchio». Senza dimenticare veri e propri exploit, come quello di Guglielmo Scilla, per tutti divenuto Willwoosh, che dopo il successo del suo canale GuTube oggi si divide tra cinema, radio e tv.

Una bella mano arriva anche dalla stessa Youtube, che fornisce consulenze gratuite, forum di discussione e documenti utili agli utenti più dotati di potenziale. «O, più semplicemente, mette in home page i filmati più visti e aumenta i possibili clic» dice Onorina Myslymi, che al pubblico femminile della rete insegna i trucchi del trucco. «Per il make-up interagisco molto con le persone, soprattutto grazie a Facebook. Non c’è distanza come in tv, la gente ama questo contatto diretto».

Contatto che, a fare qualche conto, è decisamente ben ripagato: «Le variabili sono molte, troppe, ma possiamo azzardare un guadagno di 3-4 euro ogni 1.000 visualizzazioni» stima Francesco Lopes, fondatore con la compagna Sonia Peronaci di Giallozafferano.it, che ha una costola di videoricette su Youtube molto seguita.

E i soldi non arrivano solo dalle clip caricate dagli utenti. Il sito di proprietà di Google ha inventato il cosiddetto «Content Id»: se qualcuno pubblica anche pochi secondi di una canzone o un frammento di un filmato che appartiene ad altri, c’è un meccanismo automatico che se ne accorge. Subito parte una notifica che arriva via email a chi ha creato il contenuto e lo ha messo in rete. «A quel punto» spiega Vincenzo Oliveri, in arte Olli Vincent, star musicale di Youtube «si può decidere se far rimuovere quel video che sta violando il nostro diritto d’autore o far comparire al suo interno della pubblicità, di cui poi ci verranno accreditati i proventi». Così il guadagno complessivo aumenta, in barba a chi pensa che riprendersi davanti a una webcam sia solo un’inutile perdita di tempo.  

I più letti

avatar-icon

Guido Castellano

avatar-icon

Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

Read More