L'Università non mi attira, non mi serve
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Economia

L'Università non mi attira, non mi serve

Secondo Il Rapporto sulla coesione sociale 2013 dell'Istat, negli ultimi anni si è contratta considerevolmente la percentuale di diplomati che si iscrive in un ateneo. E anche il tasso di abbandono ha raggiunto livelli allarmanti

L'università in Italia attira meno i giovani. È una delle indicazioni più significative del Rapporto sulla coesione sociale 2013 di Istat, Inps e ministero del Lavoro diffuso oggi.

Il tasso di passaggio, cioè il rapporto percentuale tra immatricolati all'università e diplomati dell'anno scolastico precedente, è sceso al 58,2% nel 2011-2012 dal 73% del 2003-2004, anno di avvio della Riforma dei cicli accademici.

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Fra coloro che hanno conseguito una laurea nel 2007, nel 2011 risultano occupati quasi sette laureati di primo livello su dieci, otto su dieci in corsi di laurea specialistica/magistrale biennale, e sette su dieci con laurea a ciclo unico.

Trovare un impiego dopo la laurea è più difficile per i laureati che vivono abitualmente nel Mezzogiorno e per le donne.
Lo svantaggio si riscontra per tutte le tipologie di laurea.

Nella scuola, intanto, crescono gli alunni con cittadinanza straniera: nell'anno scolastico 2011-2012 sono 9,2 ogni 100 iscritti nella scuola dell'infanzia (rispetto ai 5,7 del 2006-2007); 9,5 nella scuola primaria (6,8 nel 2006-2007); 9,3 nella scuola secondaria di primo grado (6,5 nel 2006-2007); 6,2 nella secondaria di secondo grado (3,8 nel 2006-2007).

Tra l'anno scolastico 2006-2007 e quello 2011-2012 il tasso di partecipazione al sistema di istruzione e formazione passa da 93,9% a 99,3% mentre si riduce da 79,9 a 76,2 la percentuale di diplomati tra le persone di 19 anni.

Nel 2012, sono il 37,8% i giovani 18-24enni che hanno conseguito al massimo la licenza media e non stanno seguendo alcun corso di formazione (25,8% nel Mezzogiorno).

Fra questi, quasi uno su quattro sta cercando attivamente un lavoro mentre il 38,5% risulta inattivo (49,1% nel Mezzogiorno).
Infine, nel 2012 hanno abbandonato gli studi 758 mila giovani tra i 18 e i 24 anni. Si tratta del 17,6% della popolazione di quella fascia di età (percentuale che sale al 41,3% se si considerano solo gli stranieri). Nei paesi dell'Europa a 15 questo valore non arriva al 14% e l'Italia fa meglio solo di Spagna (24,8%) e Portogallo (20,8%).
(ANSA)

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