Tasse, in discussione i metodi di Equitalia
Economia

Tasse, in discussione i metodi di Equitalia

Il Parlamento chiede, tra le altre cose, di allungare i tempi di rateizzazione e di vietare l’ipoteca sulla prima casa

Continua ormai senza sosta da mesi la pressione su Equitalia affinché, in particolare in un periodo di crisi come quello attuale, riveda le proprie strategie, spesso ritenute oppressive, di recupero dei crediti che i contribuenti vantano con le varie amministrazioni pubbliche. In questo senso tra l’altro proprio pochi giorni fa è intervenuto lo stesso amministratore delegato dell’ente di riscossione, Benedetto Mineo, il quale, in una lettera indirizzata a tutti i propri dipendenti delle varie sedi locali, ha sollecitato l’adozione di atteggiamenti più sensibili nei confronti di cittadini in difficoltà economica. Ma i veri cambiamenti si sa, soprattutto quando si parla di aziende sotto il diretto controllo pubblico, non possono arrivare per semplici decisioni unilaterali di qualche dirigente, ma devono essere bensì supportate da veri e propri atti legislativi.

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E in questo senso allora si è mossa la Commissione Finanze della Camera, che ha dato il via libera a una risoluzione che impegna il governo a mettere mano alla disciplina che regola appunto l’attività di Equitalia. Nel documento non ci sono richieste generiche e di principio, ma un elenco preciso di provvedimenti che, se adottati, di certo renderebbero l’azione di Equitalia meno persecutoria, visto che spesso in questo modo è percepita, nei confronti dei contribuenti. Innanzitutto si chiede una revisione dell’aggio, ossia del corrispettivo che Equitalia stessa si riconosce per ciascun credito recuperato. Recentemente la percentuale è stata già rivista al ribasso, dal 9 all’8%, ma la Commissione Finanze chiede di ridurre ulteriormente questo valore.

Altro punto fondamentale riguarda poi la definizione, per legge, dell’impignorabilità della prima casa. Non dovrà cioè essere più possibile espropriare o mettere sotto ipoteca quello che dovrebbe rappresentare un patrimonio inviolabile di ciascun cittadino, ovvero l’abitazione principale in cui vive. C’è poi lo scottante tema della rateizzazione. Qualche settimana fa, proprio a segnalare il cambiamento di atteggiamento di Equitalia, era stato lo stesso ente di riscossione, autonomamente, a decidere che in futuro sarebbe stato possibile rateizzare importi superiori ai 20mila euro, limite precedente,  fino a 50mila. Ora il Parlamento chiede un intervento ulteriore, che possa allungare questi tempi ancora di molto, e soprattutto con una legge ad hoc.

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Infine, si chiede con urgenza, una norma che annulli quello che da molti è considerato un vero e proprio sopruso, al limite dell’incostituzionalità. Un contribuente che di fronte a una richiesta di pagamento di Equitalia proponga infatti ricorso, è tenuto comunque in via preliminare a versare un terzo dell’importo, che gli verrà restituito nel caso poi la sua opposizione abbia buon esito. In sostanza, la Commissione Finanze chiede invece al governo di stabilire che in caso di ricorso nulla debba essere pagato in anticipo, ma solo dopo che il contenzioso si sia risolto.

Insomma una serie di richieste che in effetti, se recepite dal governo, darebbero certamente un volto più umano ad un’attività di riscossione che negli ultimi tempi è diventata un vero incubo per milioni di italiani.

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