Spread alle stelle. Solo un intervento della Bce ci salverà
Economia

Spread alle stelle. Solo un intervento della Bce ci salverà

Lo sostiene l'economista Giuseppe Ferraguto convinto che se non interverrà la banca centrale lo spread continuerà a salire. Perché è l'unica ad avere risorse illimitate. E a non essere oggetto di speculazione

“Solo la Banca Centrale Europea ha le munizioni giuste per fermare la cavalcata dello spread”. Usa termini militari, per descrivere la situazione Giuseppe Ferraguto economista e professore all’Università Bocconi. Non lascia spazio ai dubbi: scudo anti spread e fondi salva stati non serviranno a nulla. Se non interverrà la Bce lo spread continuerà a salire.

E in questi giorni ha ricominciato a farlo, fino a sfiorare i 490 punti base (488 per l'esattezza). Il timore di tutti è che non si arresti e si ritorni all’estate scorsa, quando il differenziale di rendimento fra titoli italiani e tedeschi era alle stelle. Sembrano inutili gli appelli del Fmi, che ritiene non giustificati dai fondamentali macroeconomici gli spread dei titoli italiani e spagnoli: almeno 200 punti sarebbero frutto di pura speculazione, fanno sapere dal Fondo Monetario Internazionale.

Lo spread giusto sarebbe quindi a quota 300, perché invece sfioriamo i 500 punti?
In questi anni abbiamo solo messo delle "pezze", non si sono fatti veri interventi risolutivi. L’unica soluzione valida e definitiva sarebbe l’intervento della Bce. Se fosse convinta che lo spread giusto si aggira intorno ai 300 punti base, dovrebbe affrettarsi a dirlo. E dichiarare la volontà di intervenire in tal senso. Le parole di Draghi sarebbero le uniche davvero credibili perché la Bce è l’unica istituzione che ha a disposizione fondi illimitati per il suo intervento: può decidere di stampare gli euro necessari per comprare sui mercati i titoli dei paesi in sofferenza. Questa sarebbe l’unica strada da percorrere.

Se è così facile, perché allora la Bce non interviene in tal senso?
Tentenna essenzialmente perché l’ala tedesca al suo interno si oppone all’acquisto dei titoli sui mercati, facendo leva sui dubbi giuridici riguardanti l’operazione. In realtà, a ben guardare, il trattato istitutivo della Banca Centrale vieta l’acquisto dei titoli solo all’emissione. Non vieta l’acquisto dei titoli già emessi e circolanti sui mercati.

Lo scudo antispread di cui parla tanto che ruolo gioca in questo contesto?
Lo scudo antispread non è né utile né credibile. È un invito alla speculazione. Infatti per arginare lo spread, può contare solo su limitato ammontare di risorse. Per le operazioni di “salvataggio” potrà attingere dalle casse dei fondi salva-Stati , l'Efsf (European Financial Stability Facility) e Esm (European Stability Mechanism) che mettono a disposizione in tutto 500 miliardi di euro, di cui però 375 sono ad oggi già stanziati per sostenere Grecia, Portogallo e Irlanda con l'emissione di bond a tassi agevolati.

Vuole dire che 500 miliardi potrebbero non bastare?
È il meccanismo in sé a non essere sufficiente, non l’ammontare delle risorse. Un fondo a capienza limitata, per quanti miliardi possa contenere, è un invito alla speculazione. Infatti chi scommette contro l’euro, si aspetta l’attivazione del meccanismo antispread: non appena vedrà la messa in moto il meccanismo di salvataggio, lo speculatore andrà avanti a scommettere finché le risorse del fondo non si esauriranno e il suo attacco speculativo sarà portato a termine. 
La Bce invece dispone di munizioni illimitate: solo il suo intervento può scoraggiare gli attacchi speculativi.

La BCE è quindi l’unica speranza: deciderà di intervenire, secondo lei?
Sono ottimista. questa è una crisi risolvibile: è sufficiente che intervenga l’autorità della Banca Centrale, come accadrebbe in altri paesi come Stati Uniti o Giappone. E sono convinto che dovrà farlo, se vuole tener fede al suo scopo principale: la salvaguardia  dell’Euro. Infatti se paesi come Spagna e Italia saranno spinti dalla speculazione verso l’uscita dall’Euro, sarà un fallimento per tutti, ad iniziare dalla Bce. Interverrà. Se non vuole scomparire, interverrà.

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Ilaria Liprandi

Manovale del web e digital something in Mondadori, ha scritto per Altreconomia e SocialNews e - malgrado l'accento piemontese - per un po' ha parlato a Radio Bocconi.

Nonostante una laurea in economia e una in politiche internazionali, i social network, lei, li prova tutti. Senza vergogna, neppure di un hashtag.

Cintura nera di raccolta differenziata, se volete farla felice, chiedetele dove si butta il Tetra pak.

E' nata fra gli orti, ma ha dovuto aspettare di trasferirsi in città per apprezzarli davvero.

Graphic-bio e altre vanità digitali qui  

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