Spagna, Rajoy: manovra “lacrime e sangue” per risparmiare 65 miliardi di euro entro il 2014
Economia

Spagna, Rajoy: manovra “lacrime e sangue” per risparmiare 65 miliardi di euro entro il 2014

Aumento dell'IVA, tagli alle tredicesime dei dipendenti pubblici e alla spesa sociale, privatizzazioni, riforma delle pensioni, decurtazione dei finanziamenti ai partiti: ecco le principali scelte di Rajoy per far fronte alla crisi e risparmiare, entro il 2014, 65 miliardi di euro

65 miliardi di euro risparmiati entro il 2014. Ma anche una difficile marcia indietro in confronto agli impegni presi in campagna elettorale. Questo è il cuore dell’intervento odierno in Parlamento a Madrid del premier spagnolo Mariano Rajoy che ha spiegato le nuove misure di austerità per “liberare la Spagna” dal peso del debito pubblico e “rispettare l’impegno con l’Europa”.

L’annuncio di Rajoy si è verificato meno di 24 ore dopo il via libera dell’Ue a 30 miliardi di euro per la ricapitalizzazione delle banche spagnole in cambio di una serie di misure urgenti di austerità. “Stiamo vivendo un momento cruciale - ha detto Rajoy - e questa é la realtà, non é un’altra. Occorre uscire appena possibile da questa impasse: o riduciamo le spese o aumentiamo le entrate. O facciamo ambedue le cose”.

Nell’annunciare le nuove scelte, il Premier, sottolinea la stampa spagnola, è di fatto tornato sui suoi passi rispetto agli impegni presi con gli elettori e “di fronte all’evidenza che stava tradendo apertamente i suoi elettori, Rajoy – si legge nella versione online del quotidiano spagnolo “El Pais ” - ha deciso di fare quello che gli chiedevano i suoi: un discorso churchilliano di sangue, sudore e lacrime, basato sull’idea che non esiste altra soluzione, che la Spagna non è nella posizione di scegliere”.

“Non sono misure gradevoli, ma sono imprescindibili – ha spiegato Rajoy - Abbiamo bisogno che ci prestino denaro. Siamo chiusi in un circolo dal quale dobbiamo uscire. Siamo in un momento cruciale che determinerà il nostro futuro. Facciamo cose che non ci piacciono, io per primo, ma non c’è altra soluzione”, ha detto Rajoy. “Sono il primo ad adottare misure che non mi piacciono. Ho detto che avrei abbassato le tasse e le ho alzate. Non ho cambiato criterio, non rinuncio ad abbassarle quando posso. Ma sono cambiate le circostanze e dobbiamo adattarci ad esse. Sono misure eccezionali per circostanze eccezionali”.

Con un discorso appassionato, il premier spagnolo ha così cercato di ammorbidire una manovra dura, che taglia la spesa sociale, aumenta l’IVA e colpisce i dipendenti pubblici, ma che nelle intenzioni di Rajoy darà i suoi frutti in due anni e mezzo circa.

Una serie di mosse che dovrebbero servire a far fronte alla crisi.

La più significativa è l’aumento dell’IVA dal 18 al 21%, seguita dall’aumento di quella ridotta dall’8 al 10%, mentre rimane al 4% quella sui beni di prima necessità.

E poi, il taglio delle tredicesime per il 2012 di parlamentari, impiegati e alte cariche dall’amministrazione pubblicata, anche se gli addetti del pubblico impiego la recupereranno sotto forma di fondi pensione del 2015. I dipendenti pubblici avranno anche meno giorni di ferie e la riduzione dei permessi sindacali.

E ancora, è previsto un taglio di 600 milioni alle dotazioni dei ministeri, il numero dei consiglieri degli enti locali scenderà del 30% circa e anche le indennità per i sindaci subiranno una decurtazione. E’ prevista anche una nuova riforma delle pensioni, per agevolare anche i prepensionamenti. Tra le misure di austerità, comunicate dal premier iberico, ci sono anche i tagli ai sussidi di disoccupazione, che verranno ridotti a sei mesi per i nuovi destinatari con una riduzione dal 60% al 50% dello stipendio base con cui vengono calcolate le prestazioni, e la scomparsa delle agevolazioni per l’acquisto di una casa.

E infine, la privatizzazione di aziende e strutture pubbliche: tra le voci spiccano aeroporti, porti e stazioni ferroviarie. Anche i partiti avranno meno fondi pubblici: il bilancio 2013 prevede un nuovo taglio del 20% del sussidio ai partiti politici, sindacati e organizzazioni imprenditoriali, che si aggiunge a quello già effettuato nel 2012, sempre del 20%. Una manovra difficile, accolta con favore dalla Commissione europea, legittimata da una maggioranza parlamentare, ma già contestata nelle piazze spagnole : d’altra parte, in questo momento, le misure di austerità rischiano di far sembrare sempre più scuro il cielo all’orizzonte per quei cittadini già molto colpiti e preoccupati dalla crisi.

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Tommaso della Longa