Ryanair e Michael O’Leary: tutti ci accusano perché siamo i migliori
Economia

Ryanair e Michael O’Leary: tutti ci accusano perché siamo i migliori

Il numero uno della compagnia aerea ribatte agli attacchi su aiuti illeciti, social dumping e sicurezza. Definisce l’Alitalia un «dinosauro che sarà presto francese». E vuole prendere il posto della WindJet a Catania

Gli parli di Linate e fa una smorfia. Pronunci la parola Malpensa e salta sulla sedia. Poi cali l’asso: l’Alitalia. E Michael O’Leary improvvisamente si tranquillizza: «I love Alitalia» esclama «il miglior concorrente che potessimo mai sperare di avere». Il pirotecnico inventore dei viaggi low cost e amministratore delegato della Ryanair è fatto così: odia la burocrazia, la politica, i sindacati, e quindi tutto ciò che caratterizza l’Italia «pubblica». Ma in quella «privata» ha trovato la gallina dalle uova d’oro, perché i 24 milioni di passeggeri trasportati ogni anno (prima compagnia davanti all’Alitalia) hanno spinto la società irlandese anche sul tetto d’Europa, con 80 milioni di passeggeri.

Non a caso il centro di ricerche australiano Capa-Centre for aviation ha appena pubblicato un rapporto in cui è scritto che l’Italia «ha raggiunto un punto di non ritorno nell’espansione delle compagnie low cost, che oggi rappresentano il 50 per cento dei posti offerti sui voli nazionali e il 46 su quelli internazionali… malgrado gli onesti sforzi dell’Alitalia di sviluppare un’offerta low cost con l’Air One».

Mister O’Leary, che cosa pensa il numero uno del mercato italiano dell’appassionante dibattito che è ripreso sul tema Linate-Malpensa?
Che noia, non mi interessa, tra 5-10 anni il primo aeroporto milanese sarà Orio al Serio. Grazie a noi (oggi ha 8,3 milioni di passeggeri, Linate 9 milioni, ndr).

Non vi interessa neanche la prospettiva che l’Alitalia liberi delle fasce orarie sulla rotta Milano-Roma?
No, c’è già un ottimo collegamento ferroviario e i nostri slot a Ciampino ce li teniamo per altri voli.

Che fa, evita la concorrenza con l’Alitalia?
Sta scherzando? L’Alitalia è il concorrente perfetto, un vecchio dinosauro, lento, pesante. Adoro l’Alitalia.

E se diventasse francese?
Se diventasse? Vuole dire quando diventerà francese…

Non ha neanche un dubbio?
No, la strada è segnata. E per noi sarà una festa, perché l’Air France cercherà di portare il maggior traffico possibile verso Parigi, lasciandoci altri spazi per crescere.

Ma l’Air France non naviga nell’oro...
Non ci vuole molto per comprare l’Alitalia.

Forse approfittate del fatto che in Italia ci sono troppi aeroporti.
Gli aeroporti non sono mai troppi, ma in Italia sono troppo costosi e politicamente complicati. Per fortuna lo stato dei conti pubblici vi sta obbligando a privatizzarli.

Però proprio gli scali pubblici vi garantiscono sostanziosi sussidi, come accusano gestori e compagnie in mezza Italia, da Alghero a Verona, dalla Meridiana all’Air One.
Ridicolo. La questione è già stata portata anni fa all’esame della Ue per l’aeroporto di Charleroi (Bruxelles). La Commissione ci ha sanzionato, abbiamo fatto ricorso alla Corte di giustizia e abbiamo vinto. Punto. Sono iniziative di marketing perfettamente lecite (in realtà la Commissione, oltre che sull’Italia, sta indagando su numerosi altri casi in tutta Europa, ndr) e per esempio Verona non ha mai speso così bene i suoi soldi. Fra l’altro hanno voluto interrompere in anticipo il contratto con noi e hanno perso l’arbitrato. Portiamo milioni di turisti nel vostro Paese, sarebbe bene rifletterci. E poi, privatizzate finalmente questi scali, per noi non cambia nulla ma per voi sarà tutto più trasparente.

Fate anche social dumping, rifiutandovi di pagare contributi secondo la legislazione italiana ai piloti italiani. Il governo Monti sta per intervenire anche su questo, oltre che sui sussidi.
È ridicolo anche questo, i nostri aerei sono registrati in Irlanda, che fino a prova contraria fa parte dell’Unione Europea, e rispettiamo pienamente le regole Ue, tanto è vero che a Bruxelles non c’è alcuna indagine su questo. La Francia di Nicolas Sarkozy aveva fatto una legge apposta contro di noi e noi semplicemente abbiamo abbandonato Marsiglia. Adesso ci stiamo soltanto sei mesi l’anno, con contratti stagionali di diritto irlandese. E poi la Meridiana, dopo essere stata sussidiata per vent’anni dall’Aga Khan, farebbe meglio a concentrarsi sui suoi problemi.

Le altre compagnie europee invece come si comportano con i loro piloti e il personale di volo?
Ma le altre compagnie non hanno 50 basi in tutta Europa, come noi! Se in estate potenziamo i voli per la Sicilia e in inverno quelli per Berlino, dovremmo ogni volta cambiare i contratti ai piloti? Una follia.

A proposito di Sicilia, è fallita l’ennesima low cost italiana, la catanese Wind Jet.
Sì, e da Catania ci hanno chiamato. Siamo interessati, ne parliamo a giorni con le autorità italiane. E dopo Palermo, Trapani e Catania siamo pronti a sviluppare il traffico anche su un quarto aeroporto in Sicilia.

Se andate avanti così avrete problemi di antitrust, come quelli che vi impediscono di acquisire l’Air Lingus, la vostra compagnia di bandiera.
Bruxelles ci fa la guerra, come al solito. L’Alitalia ha potuto comprare l’Air One, in Francia e Germania l’Air France e la Lufthansa hanno comprato i loro concorrenti, ma noi non possiamo comprare l’Air Lingus. Chissà perché.

Forse perché in Europa date fastidio a molti. Tra le accuse che vi fanno, si dice pure che i vostri aerei abbiano problemi di sicurezza. Per esempio volerebbero con poca benzina. Cosa risponde?
Ecco, sono contento di parlarne, perché il 18 settembre l’Irish aviation authority ha pubblicato la sua istruttoria e ha detto che gli aerei avevano sufficiente carburante quando sono partiti e tutto è stato fatto secondo le regole. Non si scherza su queste cose.

Allora ci racconta com’è andata?
Tre aerei Ryanair stavano arrivando a Madrid, dove c’era un forte temporale, e sono stati dirottati su Valencia, dove ovviamente si è creato un grande affollamento. Dopo un po’ che giravano aspettando il loro turno di atterraggio hanno comunicato, come prevede la procedura, che l’autonomia era ormai ridotta e quindi hanno avuto priorità nell’atterraggio. Tutto qui. Facciamo 1.500 voli al giorno e invito chiunque a dare un’occhiata alle statistiche sulla sicurezza, che ci vedono ben al di sopra della media europea.

Però alle volte sembra che il benessere dei passeggeri non vi interessi: in passato avete proposto di mettere le toilette a pagamento, di farli viaggiare in piedi, di abolire il secondo pilota. Che altro ha in mente?
Noi pensiamo solo ai passeggeri e a farli pagare meno. Se leviamo due toilette su tre, possiamo aggiungere sei sedili e abbassare i prezzi del 5 per cento. Se gli studenti pendolari viaggiano un’ora in piedi su treni e metropolitane, perché non possono farlo in aereo in cambio di un biglietto a soli 2 euro?

Questo sta nel libro dei sogni, almeno per ora. Ma in concreto quale sarà la vostra prossima mossa?
Il wifi. Mi piacerebbe offrirlo a 2 euro, con 80 milioni di clienti si fa presto a fare i conti. Ma ci sono grossi problemi da risolvere, un aereo che gira per l’Europa attraversa molti confini ed è un roaming continuo. Ci vorranno almeno un paio d’anni di lavoro per risolvere la questione.

Magari la Commissione europea potrebbe darvi una mano.
Buona questa. Lei ha un forte senso dell’umorismo.

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Martino Cavalli