Quattro pasticci del Governo Letta
Immagine di Alessandro Turrini
Economia

Quattro pasticci del Governo Letta

E non sono i soli. Chi lo dice? La stampa, la gente, la confusione. E non solo: anche Google, dove basta digitare "governo pasticci" per scoprire che...

È abbastanza efficace il test: digitare “governo pasticci” nel campo di ricerca di Google. Si ottengono 727 mila risultati. Poi, però, si faccia un controllo incrociato, digitando: “governo pasticcini”, e di risultati se ne ottengono 372 mila, che è pur sempre un bel pasticciare, ma cremoso. Archiviato così l’empirico e inaffidabile “reputometro” di Google, si resta però – comunque – inchiodati ad almeno quattro parole chiave: Tasi, Suv, salva-Roma, scuola.

E tutte e quattro conducono a un superpasticcio vero, non dolciario ma politico anzi amministrativo, quello che hanno combinato negli ultimi due mesi i co-equipier tecnici del governo delle “larghe intese” e ancor più, tra essi, la squadra del ministero dell’Economia.

- La Tasi – con le sorelline Tares, Tuc, Iuc e Tari – è un modo come un altro per sussurrare agli italiani, senza dirglielo, che il lusso di abolire l’Imu sulla prima abitazione l’erario non poteva permetterselo, l’ha fatto per “ragion politica” e ora cerca di rimediare, “fantozzianamente” (usiamola, la metafora, almeno per i prossimi cent’anni, fin quando Paolo Villaggio sarà vivo e vegeto con buona pace dello svarione dell’Ansa). Il guaio è che i tecnici del ministero, alla stessa stregua dei 200 mila commercialisti italiani, non sanno più come uscirne, non ci capiscono letteralmente più niente, sono tirati da tutte le parti, e qualunque cosa decidano, è un aborto.

- I Suv sono l’esecrato simbolo dello strapotere della casta automobilistica, l’esoscheletro dell’Italia dei Vanzina, la alabarda spaziale del bauscia, e vanno quindi colpiti per ciò che rappresentano, con buona pace di quei quattro veterinari che li usano per andarci sul serio in giro su e giù per le balze: prima il governo li ha sovratassati, poi detassati, spiazzando tutti.

- Quanto al pasticcio del personale della scuola, che aggiungere è stato oggetto di pubblico ludibrio bipartisan, una larga intesa sulla pernacchia all’indirizzo di Palazzo Chigi da parte dei due pur non del tutto collimanti quotidiani maggiori (unico collante indiscusso da entrambi: la reverenza per il Colle) Corriere e Repubblica: il quotidiano milanese ha titolato la sua apertura "Il pasticcio sugli insegnanti", quello romano nel taglio medio della prima pagina ha parlato de "Il pasticcio dei soldi tolti ai prof". Sembrava di leggere Il Giornale della famiglia Berlusconi: "I pasticci del Tesoro".

- E poi il salva-Roma – un nome che anche da solo bastava a far imbestialire tutte le altre città italiane – ed è stato il classico decretone-omnibus dov’è finito di tutto, compreso un tira-e-molla di emendamenti e controemendamenti sul taglio agli affitti d’oro che la Camera paga alla proprietà di numerosi uffici del centro storico della capitale, e che alla fine dovrebbero essere stati cancellati ma per il rotto della cuffia.

Per dirla sul serio, la componente “tecnica” del governo della larghe intese, proprio non si vede. Il guaio è che, sbagliando grossolanamente su un tema popolare come la casa – il più urticante, tra i quattro indicati (che sono, poi, sono una parte del tutto) ci si fa odiare, o ridere dietro, veramente da tutti… Le tasse sulla casa interessano oltre l’80 per cento della popolazione, se ne parla solo da 8 mesi e il governo ha comunicato una cinquantina di prospettive diverse.

Com’è possibile? L’avete capito già tutti. È possibile, possibilissimo. La spiegazione è proprio quella che avete pensato: non sono capaci. Metter mano in modo risolutivo alle stratificazioni geologiche, tutte contraddittorie, della nostra normativa, è peraltro opera tecnicamente complicatissima, cosa pretendiamo dalla cencelliana squadretta di Letta. Della materia legislativa sono padroni soltanto gli alti burocrati dei ministeri, che negli anni l’hanno partorita. Quindi, paradossalmente, per bonificare la palude si dovrebbe riuscire a mobilitare proprio coloro che l’hanno creata. Come chiedere ai piccioni di pulire Piazza San Marco.

Già: ma si è detto e scritto, da oltre dieci anni in qua, che con lo “spoil system” si cambiano i vertici delle strutture ministeriali e si fa piazza pulita del passato. Palle. Di riffa o di raffa, non se ne va mai nessuno. E sulle stratificazioni del caos si aggiunge altro caos. Virtualmente si può guarire qualunque buro-malattia. Sostanzialmente, per riuscirci sarebbe necessario avere una squadra politica al governo veramente nuova, stabile per cinque anni, tutta coralmente volta al “bene”, determinata a non farsi prendere per il naso dalla tecnostruttura e a cambiarla, nelle persone o almeno nei ruoli, fino ad ottenere la necessaria e attesa bonifica. E quando mai?

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Sergio Luciano