Dopo-Monti? Zingales e gli economisti di Fermate il declino
Economia

Dopo-Monti? Zingales e gli economisti di Fermate il declino

Il Wall Street Journal sostiene che il movimento potrebbe avere il 20% dei seggi in Parlamento

La Bibbia della finanza americana lancia uno sguardo sulla politica italiana dopo Monti. E accende i riflettori su un movimento creato e animato da professori, imprenditori e professionisti. Il Wall Street Journal di oggi dedica un ampio articolo su quello che potrà accadere dopo le elezioni del 2013. Comincia con una buona notizia: l’Italia è salva. Ma passa subito alla brutta: manca ancora un piano a lungo termine per stimolare la crescita e gli investimenti.

Il presidente del Consiglio Mario Monti ha ripetutamente detto che non si candiderà, ricorda il quotidiano finanziario, e i mercati internazionali si chiedono che cosa accadrà dopo. Temono che si ritorni alle cattive abitudini del passato. Dubitano che destra e sinistra siano in grado di proseguire il risanamento. E sono preoccupati perché “l’Italia è troppo grande per fallire”.

In questo contesto, prosegue il quotidiano americano, si è affermato un nuovo “player” emerso nel “vuoto di idee politiche con nuove proposte e nuove facce”: Fermare il declino. A questo punto l’analisi diventa un vero e proprio endorsement, come direbbero oltreoceano. Un appoggio neanche tanto velato al movimento che in pochi mesi ha già ricevuto oltre 22 mila adesioni e che, si sbilancia il Wsj, potrebbe ottenere il 20% dei seggi in Parlamento e avere così un serio impatto sulla politica futura. "Mentre gli altri partiti promettono vaghe riforme in un futuro lontano", si legge, l’approccio di Fermare il declino è coerente e chiaro".

Elencando le 10 proposte di Fild, viene ricordato che l’ispiratore è l’economista Luigi Zingales, 49 anni, padovano emigrato negli States. Tra i promotori ci sono anche Michele Boldrin, Oscar Giannino, Alessandro De Nicola, Sandro Brusco, Andrea Moro e Carlo Stagnaro. Ma lui è l’unico a essere citato, probabilmente perché è il più conosciuto dalla business community americana: insegna a Chicago, ha pubblicato libri che sferzano il capitalismo finanziario, ha fatto audizioni al congresso a Washington.

In questi giorni è in tournée in Italia per presentare il suo nuovo libro, Manifesto capitalista, una rivoluzione liberale contro un’economia corrotta, che arriva tradotto dall’inglese. Lo sguardo quindi è americano, ma i contenuti si prestano ad alimentare un’azione anche in Italia, dove sono in corso le grandi manovre per il nuovo ordine politico. "In questo contesto Fermare il declino ha una grande opportunità di incontrare un largo consenso popolare tra quegli italiani che temono il ritorno alla politica del Gattopardo: cambiare ogni cosa perché tutto resti com’è", scrive il Wall Street Journal, che conclude con tono movimentista: "Se non ora, quando?".

P.S. L’articolo è firmato da Alberto Saravalle, illustre avvocato (è presidente del consiglio degli associati di un importante studio milanese come Bonelli, Erede, Pappalardo) e docente universitario a Padova. È anche uno dei coordinatori del gruppo giustizia di Fermare il declino.

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Giovanni Iozzia

Ho lavorato in quotidiani, settimanali e mensili prevalentemente di area economica. Sono stato direttore di Capital (RcsEditore) dal 2002 al 2005, vicedirettore di Chi dal 2005 al 2009 e condirettore di PanoramaEcomomy, il settimanale economico del gruppo Mondadori, dal 2009 al maggio 2012. Attualmente scrivo su Panorama, panorama.it, Libero e Corriere delle Comunicazioni. E rifletto sulle magnifiche sorti progressive del giornalismo e dell’editoria diffusa.  

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