Gas e rinnovabili, in Europa un mix dettato dalle lobby
Economia

Gas e rinnovabili, in Europa un mix dettato dalle lobby

Le rivelazioni del quotidiano inglese The Guardian: i produttori spingono per l’abbattimento dei sussidi alle energie verdi che in verità ci costano fin troppo

A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, ha detto qualcuno. Una massima quanto mai vera se l’argomento dei cattivi pensieri riguarda l’attività delle lobby energetiche che operano a Bruxelles e che influiscono sulle decisioni della Commissione europea. Solo che paradossalmente, per una volta, il risultato di queste pressioni che, precisiamolo, spesso sono regolamentate e avvengono alla luce del sole, potrebbero portare benefici non solo alle casse delle compagnie energetiche, ma anche al portafoglio del singolo consumatore . La vicenda a cui facciamo riferimento inizia qualche settimana fa quando l’autorevole quotidiano inglese The Guardian, annuncia di aver avuto accesso a delle carte riservate della Commisione europea, dalle quali risulterebbe il tentativo di equiparare il gas naturale alle energie rinnovabili.

Una rivelazione clamorosa, perché implicherebbe il fatto che i produttori di gas avrebbero potuto avere accesso ai fondi destinati proprio allo sviluppo di eolico e fotovoltaico. In realtà la notizia, mai confermata e mai smentita a livello comunitario, necessita di un fondamentale chiarimento. “In effetti – spiega a Panorama.it Matteo Verda, economista esperto di questioni energetiche – la decisione presa dall’Unione europea riguarda gli 80 miliardi del fondo Horizon 2020 destinati alla ricerca scientifica che in parte rilevante sono stati destinati allo studio di tecnologie per abbattere le emissioni di anidride carbonica. Per ottenere questo risultato si è optato sia per lo sviluppo di energie sostenibili, ma anche per l’evoluzione di tecnologie utili a catturare e stoccare CO2 prodotta da carburanti fossili, in particolare gas”.

Da qui la sensazione di una sorta di equiparazione nella valutazione complessiva delle fonti energetiche. Una equiparazione che nasce però da una considerazione che a Bruxelles è già cosa nota da tempo: l’abbattimento delle emissioni di CO2 da qui ai prossimi trenta anni non potrà avvenire con le sole rinnovabili.

Ci vuole una fonte che faccia da ponte nel periodo in cui le energie verdi raggiungeranno un più maturo sviluppo. E la fonte individuata è il gas, perché ha delle emissioni di CO2 nettamente inferiori ad altri combustibili fossili. Ad esempio, è stato calcolato che nella produzione di energia elettrica, ogni Kilowattora (Kwh) prodotto con lignite produce 940 grammi di CO2, a fronte degli 840 del carbone, dei 635 dell’olio combustibile e dei soli 370 grammi del gas naturale.

Ovvio dunque che proprio il gas naturale possa e debba essere considerato il compagno ideale delle fonti rinnovabili in questo periodo. Peccato però, e questo non fa certo piacere ai produttori, che il suo consumo in Europa sia sceso. Nel 2011 sono stati consumati 471 miliardi di metri cubi di gas naturale, con un calo dell’11% rispetto al 2010. Una perdita che in Italia, con un -6%, è stata meno marcata, ma che ha avuto punte di -13% in Francia e Germania. “Le ragioni di questa regressione sono duplici – dice Verda -: innanzitutto c'è la crisi economica e in secondo luogo bisogna tenere conto degli enormi sussidi che stanno sostenendo le fonti rinnovabili”.

Ed è qui che entra in gioco il portafoglio del singolo consumatore. Gli incentivi alle energie verdi in Italia infatti, vengono raccolti mensilmente dalla nostra bolletta energetica . Peccato però che gli effetti che si ottengono, a livello di produzione e consumi, confrontando rinnovabili e gas, siano nettamente a favore di quest’ultimo. “Nel 2011 – fa notare Verda – secondo fonti dell’Unione petrolifera, il gas ha coperto un terzo dei consumi energetici italiani, con una spesa complessiva pari circa a 20,5 miliardi di euro.

Nello stesso periodo le fonti rinnovabili sussidiate hanno coperto solo il 3% dei consumi, ma con una spesa pari a 12 miliardi di euro”. Chiaro dunque il messaggio, e cioè che paradossalmente, come accennato sopra, un consumo maggiore, o magari meglio bilanciato, di gas e di rinnovabili, potrebbe migliorare non solo la nostra spesa energetica, ma avere ripercussioni positive anche sulla bolletta dei singoli cittadini.

“Io dico che le rinnovabili ci stanno costando troppo perché sono state regolate male – conclude Verda – quindi ci vorrebbe un ripensamento su questa questione”. Parole che suonano come musica alle orecchie di Eurogas, l’associazione che riunisce i produttori europei di gas che, in attesa della ripresa economica, spingono, o meglio diremmo, fanno lobby, per una revisione dei sussidi alle rinnovabili e a favore proprio del gas naturale. E per una volta, forse anche noi consumatori potremmo ottenerne qualche beneficio.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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