Fmi, i tre motivi per cui l'euro è a rischio
Economia

Fmi, i tre motivi per cui l'euro è a rischio

Non è ancora stata disegnata una road map, non è stato spezzato il circolo vizioso fra Stati, banche ed economia; serve un cambio di marcia. Per Washington è meglio che intervenga la Bce

L’euro è a rischio. A meno di 24 ore dal prossimo Eurogruppo che dovrà ratificare il piano di assistenza per la Spagna , è Washington che dà la sveglia all’Europa. Nel suo ultimo rapporto il Fondo Monetario Internazionale chiede che la Bce intervenga, che le sia conferito più potere perché la situazione è critica. Una richiesta nuda e cruda che l’organizzazione diretta da Christine Lagarde motiva con tre ragioni. Punto primo rispetto a una settimana fa è ancora la dittatura dello spread a tenere in pugno le Borse.

Secondo, al di là dei passi avanti compiuti nel vertice di Bruxelles di fine giugno, non è ancora stata spezzata la spirale negativa che lega Stati, banche ed economia reale. Terzo alimentando le incertezze, si è finito per gettare sempre più ombre sulla tenuta dell’Eurozona. Da qui la sua richiesta di un cambio di marcia ai capi di Stato europei, che chiama in causa un vecchio tabù: quello di permettere all’Eurotower di comprare i titoli di Stato dei Paesi in difficoltà. Ora o mai più.

Non è bastato che le Borse abbiano chiuso in positivo alla vigilia, le tensioni sugli spread degli ultimi giorni la dicono lunga sul momento delicato che sta vivendo la crisi del debito sovrano. Anche se le decisioni adottate dall’ultimo vertice europeo come la supervisione unica bancaria e le riforme dei Paesi sono giuste, per gli esperti di Washington è ancora troppo poco. Per loro ci si deve muovere verso una Unione più completa e varare misure per la crescita immediata.

A dieci giorni da agosto, il mese più caldo dell’anno, non solo meteorologicamente parlando - quello che dal fallimento Lehman Brothers in poi è stato a causa dei pochi scambi il più saccheggiato dalla volatilità - è necessario disegnare una tabella di marcia ragionevole. L'Italia non prevede aste di titoli di Stato nelle prossime settimane. Da qui a dormire sogni tranquilli però ce ne passa. Malgrado i Paesi della zona euro impegnati nelle correzioni di bilancio abbiano poco spazio di manovra, lancia il suo avvertimento il Fondo, occorre non deprimere troppo l'economia.

Mentre per Roma la soluzione passa per un taglio della spesa per diminuire le tasse e distribuire in maniera migliore il peso della correzione dei conti'', oltre che ''aiutare la crescita'', per il malato Eurolandiaserve un’azione concertata per bloccare il calo di fiducia. Nella sua wish list – elenca il Wall Street Journalha chiesto che la Bce avvii una politica monetaria più accomodante e che possa iniziare a comprare titoli di Stato dei paesi in difficoltà, che la supervisione bancaria sia definita nei tempi più rapidi possibili e che venga permesso l’uso flessibile del fondo Esm per poter ricapitalizzare direttamente gli istituti più deboli.

In sostanza Washington ha ribadito la sua linea, chiedendo che a muoversi per prima debba essere l’Eurotower tagliando ulteriormente i tassi, realizzando un quantitative easing e immettendo nuova liquidità alle banche. Peccato solo si tratti di quelle ricette viste come la peste da alcuni Paesi rigoristi, Germania in testa. E' vero che la posta in gioco è alta. Niente illusioni. Resta comunque difficile dire come andrà a finire.

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Micaela Osella