Elsa Fornero e la verità sulle donne che ricevono meno credito
Economia

Elsa Fornero e la verità sulle donne che ricevono meno credito

È vero: l'85% delle donne deve finanziare la sua impresa da sola. Ecco perché il ministro invita le banche a prestare più soldi

“Le donne imprenditrici fanno fatica a ottenere finanziamenti dalle banche, anche quando hanno buone idee e buoni progetti”. Sono le parole pronunciate oggi dal ministro del welfare, Elsa Fornero , durante un convegno organizzato dall'Abi (Associazione bancaria italiana).

Per portare alla luce questo problema, il ministro ha scelto dunque un palco e una platea di prim'ordine, vista la presenza in sala del presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari e di importanti esponenti del settore creditizio italiano. A ben guardare, però, Fornero non ha detto nulla di nuovo per lo stesso Mussari e, soprattutto, per diverse associazioni di categoria rappresentative del mondo delle aziende, soprattutto di quelle piccole e medie.

Che le imprenditrici  italiane siano spesso penalizzate nell'accesso al credito è un dato di fatto, certificato dalle rilevazioni di molti uffici studi. Una delle ultime indagini , per esempio, è quella effettuata da Unioncamere, che pubblica periodicamente un rapporto sull'imprenditoria femminile nel nostro paese.

FINANZIAMENTI FAI-DA-TE.

Secondo le statistiche, infatti, soltanto il 28,5% delle imprese gestite da donne e in fase di avviamento ricorre al credito bancario per finanziare le proprie attività. Ancor più modesta è la quota di aziende “in rosa” che utilizza fondi pubblici (3,6%) o forme di credito agevolato provenienti da alcuni organismi di categoria come i Confidi (1,2%). La stragrande maggioranza delle neo-imprenditrici, cioè più dell'85%, è costretta invece a finanziare un'idea o un progetto utilizzando il capitale proprio o della propria famiglia. A ben guardare, la difficoltà nell'accesso al credito è un problema che riguarda un po' tutte le aziende italiane, anche quelle fondate da uomini. Tuttavia, secondo le statistiche, la percentuale di neo-imprenditori maschi che riesce a ottenere un prestito è attorno al 30% e risulta più alta di almeno 5 punti rispetto a quella che si registra tra le colleghe donne.

LA STRETTA CREDITIZIA PER LE IMPRESE ITALIANE

INVESTIMENTI SENZA CREDITO.

La situazione non cambia, anzi peggiora, quando le aziende “al femminile” sono già ben avviate e intendono fare un nuovo investimento per allargare la propria attività. In questo caso, la quota di imprenditrici che utilizza una linea di credito delle banche è pari a poco più del 13%, quasi 10 punti in meno rispetto alla percentuale rilevata tra gli uomini (22,8%). Stesso discorso per i finanziamenti destinati alla gestione ordinaria della liquidità (come i fidi): meno del 18% delle donne li usa, contro il 24% dei maschi. Parlando al convegno dell'Abi, dunque, il ministro Fornero ha detto oggi una sacrosanta verità. E' improbabile, però, che lo stesso Mussari e gli esponenti del mondo bancario non fossero già a conoscenza di questa dannosa e spiacevole discriminazione di genere.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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