Crisi: tra tasse, inflazione e caro-mutui, costerà più di 8mila euro a famiglia.
Economia

Crisi: tra tasse, inflazione e caro-mutui, costerà più di 8mila euro a famiglia.

Una media di quasi 250 euro a testa ogni mese mese per 3 anni. Sono i costi della recessione e dell'austerity secondo le associazioni di categoria.

Oltre 8mila euro in 3 anni per ogni famiglia, corrispondenti in media a circa 2.750 euro ogni 12 mesi e a 230 euro ogni 30 giorni. E' il conto salato che la crisi economica (e le politiche di austerity del governo) avranno sulle tasche degli italiani da qui al 2014. La stima è della Cgia , la confederazione degli artigiani di Mestre che, tuttavia, rischia di essere addirittura troppo prudente.

Gli esperti dell'associazione guidata da Giuseppe Bortolussi hanno preso infatti in esame soltanto le conseguenze delle ultime manovre straordinarie di bilancio, messe in cantiere  nel  2011 dall'ex-ministro dell'economia, Giulio Tremonti e, a partire dal dicembre scorso, dall'attuale governo in carica guidato da Mario Monti. “In realtà”, dice lo stesso Bortolussi, “è difficile quantificare a priori il costo totale della crisi, poiché molti  effetti collaterali dell'austerity e della recessione economica devono ancora manifestarsi”

NON SOLO TASSE.

In altre parole, secondo il presidente della Cgia, nel 2012 gli italiani non stanno soltanto pagando una montagna di tasse in più rispetto all'anno scorso: oltre all'aumento della pressione fiscale , che ha ormai superato la soglia-record del 45%, il rigore di bilancio voluto da Monti sta infatti provocando ben altre conseguenze, che lo stesso governo ha stimato dell'ultimo Documento Economico Finanziario (Def), presentato ad aprile.

Tra il 2012 e il 2014, infatti, vi sarà  infatti un calo complessivo del Pil dello 0,6%, una contrazione dei consumi dell'1% e una discesa del tasso di occupazione dello 0,4%, accompagnati  da una crescita dell'inflazione dello 0,8%, complici soprattutto le manovre al rialzo effettuate sull'iva (che oggi è già al 21% e che, da ottobre, potrebbe salire ancora sino al 23%).

IL CARRELLO DELLA SPESA.

Mentre l'economia procede al rallentatore, i prezzi dei beni al consumo saranno dunque più salati. Nell'ultima rilevazione di maggio dell'Istat, l'inflazione su base annua è rimasta pressoché invariata al 3,2% rispetto al mese precedente, un livello che risulta però ben superiore alla media europea (2,6% ad aprile). Inoltre, l'associazione dei consumatori Codacons ha rilevato che, per alcune categorie di beni e servizi  (soprattutto per i generi alimentari), gli aumenti dei prezzi stanno continuando a viaggiare a un ritmo di oltre il  4% su base annua, con un risultato inevitabile: per una famiglia italiana di 3 persone, secondo il Codacons, il costo complessivo della vita salirà in media nel 2012 di oltre 1.500 euro su base annua.

MUTUI E AFFITTI PIU' SALATI.

Queste stime sull'inflazione, tra l'altro, non tengono conto del prossimo aumento dell'iva al 23% (che il governo sta però cercando di evitare con la spending review, cioè la riduzione di alcune voci di spesa statale). Ci sono tuttavia anche alcune imposte stanno già manifestando i propri effetti sul bilancio delle famiglie, ancor prima di essere introdotte.

E' il caso dell'Imu (l'imposta comunale unica sugli immobili) che sta facendo lievitare il costo delle rate d'affitto, almeno in alcune città. Secondo le stime del franchising immobiliare Solo Affitti, per esempio, i canoni di locazione stanno subendo un aumento, seppur frazionale, nell'11% dei contratti. Fortunatamente i rincari sono spesso contenuti al di sotto dei 50 euro al mese ma, spalmati nell'arco di un anno, comportano una maggior spesa per molti inquilini di quasi 600 euro.

Senza dimenticare, poi, ciò che è accaduto nel mercato dei mutui immobiliari, a partire dall'estate scorsa, cioè da quando il differenziale di rendimento (spread ) tra i titoli di stato tedeschi e quelli italiani è salito sopra il 4%. Poiché le banche sono a corto di liquidità, stanno diventando infatti molto più avare nel concedere denaro  in prestito. Per questo, il costo dei finanziamenti immobiliari si è impennato nell'ultimo anno di almeno l'1,5% (seppur con una leggera inversione di tendenza a partire da aprile-maggio).

Secondo le rilevazioni dell'Osservatorio di MutuiOnline, chi oggi accende un prestito ipotecario da 100mila euro deve sostenere una rata che supera  di almeno 50 euro ogni mese quella pagata da chi, invece, si è indebitato un anno fa.
Per molte famiglie italiane, insomma, il prezzo della crisi è molto più salato rispetto ai 2.750 euro di maggiori tasse da pagare nel 2012, stimate dalla Cgia ed è probabile che superi i 3mila euro all'anno.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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