Bloomberg e Forbes: i ricchi non sono tutti uguali
Economia

Bloomberg e Forbes: i ricchi non sono tutti uguali

Per il Bloomberg Billionaire Index anche chi è in fondo all'elenco di Forbes può scalare la classifica dei paperoni del mondo. Magari rimanendo in vetta solo per un giorno

Dopo averlo visto al primo posto, con un netto vantaggio sul numero due (Carlos Slim) e sul numero tre (Bill Gates) della classifica con cui The Economist ha ricalcolato la ricchezza dei miliardari di oggi in base alla loro età, fa effetto non vedere il giovane Mark Zuckerberg neppure comparire tra i primi quaranta paperoni più ricchi del mondo del Bloomberg Billionaire Index. In netto contrasto con quel che succede al re delle comunicazioni messicano e alla mente di Microsoft, perché se il secondo mantiene invariata la propria posizione, il primo si conquista il podio. Come succede nell'altra prestigiosissima classifica dei miliardari, quella di Forbes.

Chi conosce i due indici, invece, sa che cattivi andamenti di titoli e azioni portano nel primo a oscillazioni tra le varie posizioni ben più frequenti di quello che succede nel secondo. Per un motivo molto semplice: da quando ha lanciato il suo nuovo indice, a marzo 2012, Bloomberg, consapevole che sarebbe stato inutile limitarsi a copiare il format lanciato molti anni fa da Forbes, ha deciso di aggiornare la propria classifica ogni giorno. Facendo in modo che la stessa potesse riflettere gli effetti degli andamenti dei mercati sui patrimoni dei singoli miliardari, offrendo uno strumento ben più affidabile dell'elenco di Forbes, quanto meno per analisi o stime di breve periodo.

Chi sono, quindi, i ricchissimi di Bloomberg...oggi? Sicuramente Carlos Slim (73,9 mld) e Bill Gates (63,3 mld), seguiti da Amancio Ortega (Zara, 46,2), Warren Buffet (Berkshire Hathaway, 45,5), Larry Ellison (Oracle, 39,7), Ingvar Kampard (Ikea, 37,6), Charles Koch (35,8), David Koch (35,8), Christy Walton (Wal-Mart, 29,9) e Jim Walton (Wal-Mart, 28,8). E Bernard Arnauld (Lvmh), Eike Batista, Stefan Presson (H&M), Li Ka-shing e Karl Albrecht (Aldi), vale a dire i numeri quattro, sette, otto, nove e dieci per Forbes? Beh, Bloomberg li piazza, rispettivamente, alla quindicesima (24,6 mld), ventesima (22), tredicesima (25,7), quattordicesima (25,5) e diciannovesima (22,3) posizione.

I "volti nuovi" di Bloomberg, e quindi Kampard, Charles e David Koch e Christy e Jim Walton, per Forbes sono invece stabili, rispettivamente, alla trecentosettantasettesima, dodicesima (a pari merito), undicesima e sedicesima posizione.

Ma come è possibile che le due classifiche siano così diverse? Ebbene, le oscillazioni dipendono proprio dagli andamenti in borsa dei titoli della varie aziende, dalla stabilità e dalle stime di crescita o calo ipotizzate dagli operatori. Che, evidentemente, oggi storcono il naso davanti a Lvmh per strizzare l'occhio a Ikea.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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