Banche, iniezione di liquidità: purché alle imprese non vadano le briciole
Economia

Banche, iniezione di liquidità: purché alle imprese non vadano le briciole

La banca centrale giapponese vuole rilanciare l’economia, stagnante da oltre 15 anni, aumentando di 700 miliardi di dollari all’anno la base monetaria. Un mare di liquidità che spingerà l’inflazione, deprezzando la moneta orientale

La Banca centrale del Giappone ha annunciato poderose misure di iniezione di liquidità per combattere la stagnazione che attanaglia il Giappone da due decadi. I più entusiasti sostenitori della decisione sono stati i manager dei fondi. La speranza è che la liquidità vada alle imprese, per investire, innovare, progredire. Di solito però quelli che gioiscono di più sono speculatori di varia natura.

Negli Stati Uniti le iniezioni di liquidità non convenzionale hanno tenuto bassi i tassi sul debito pubblico e fatto lievitare i prezzi di borsa; non hanno aumentato i profitti delle imprese (indicatore di crescita dell’economia reale), né reso le prospettive di crescita duratura. John Maynard Keynes aveva incoraggiato la politica monetaria espansiva (tramite l’uscita dal Gold standard, le monete ancorate all’oro) dopo la crisi del 1929. Dopo i modesti progressi di crescita a seguito dell’uscita della Bank of England dal Gold standard, aveva notato che non serve fornire massicce quantità di liquidità se il cavallo (imprese e consumatori) non va a bere.

E l’Europa? La Bce ha fornito liquidità molte volte nei mesi passati, con misure di natura temporanea, quali prestiti alle banche. Alcune banche hanno usato la liquidità per comprare titoli di stato (una manovra che mette a rischio le stesse banche): dunque, se anche le imprese avessero voluto bere, la liquidità è stata in realtà prosciugata dai governi con finanze mal gestite e da coloro che guadagnano sugli spread dei titoli.

L’attuazione della supervisione unica bancaria potrebbe garantire il monitoraggio dei rischi delle banche a cui la Bce presta i soldi. La Bce dovrebbe poi considerare almeno per un periodo limitato di fornire liquidità a tassi agevolati direttamente alle imprese.

* professore di economia monetaria e fiscale alla Goethe University di Francoforte

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Ester Faia

Nata nel 1973, laurea in Economia alla Bocconi e Ph.D. alla New York University, Ester Faia ha ricoperto diversi incarichi accademici e presso organismi internazionali. È professore ordinario alla Goethe University of Francoforte, senior fellow del Center for Financial Studies e research professor al Kiel Institute. È autrice di numerose pubblicazioni in qualificate riviste accademiche internazionali. Ha svolto incarichi per diverse banche centrali, centri di ricerca (tra i quali il CEPREMAP di Parigi e il Globalization Center della Dallas Fed) e università straniere. Ha ricevuto prestigiosi premi da istituzioni come l'Unione Europea, la Banca centrale europea e la Fondazione tedesca della ricerca. È consigliere di Buzzi Unicem dal 2012.

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