Ecco cosa succede quando arriva la Troika
Grafico a cura di Pierluigi Tolot.
Economia

Ecco cosa succede quando arriva la Troika

Gli effetti macroeconomici dell'intervento dei "risanatori". I conti migliorano, ma l'occupazione scende e il debito pubblico sale.

Il grafico riassume gli effetti della “cura” della Troika sull’economia di un Paese che finisce sotto la sua “cura”. Quando una nazione aderente all’euro non riesce a far fronte ai propri impegni (eccessivo deficit, crollo del Pil, tassi d’interesse sui propri titoli pubblici troppo alti) può chiedere l’intervento di una triade di istituzioni internazionali che impongono a quel Paese i provvedimenti necessari per riportare i conti all’interno dei parametri europei e recuperare la fiducia dei mercati.

In effetti, guardando il grafico, è esattamente questo quello che è successo a Irlanda (linea verde) Portogallo (linea rossa) Cipro (linea gialla) e Grecia (linea blu), Paesi che hanno chiesto, in momenti e per motivi diversi, chiesto l’assistenza delle tre istituzioni internazionali: Bce, Fondo Monetario Internazionele e Commissione Europea (la cosiddetta Troika).

Nel grafico il pallino nelle varie linee corrisponde al momento in cui la Troika interviene nella dinamica del bilancio pubblico del Paese con tagli, licenziamenti nel settore pubblico, aumento della tassazione.

Ed ecco gli effetti: il rapporto tra debito pubblico e Prodotto Interno Lordo non è migliorato per nessuno dei Paesi interessati, anzi, è aumentato. La crescita dell’economia, invece, ha tratto grande vantaggio, tranne che per l’Irlanda che ha avuto un andamento altalenante. Il deficit di bilancio è migliorato anche se non in modo particolarmente evidente per Cirpo. Ma gli effetti peggiori dell’intervento della Troika si notano nei numeri dell’occupazione. In tutti i Paesi considerati la discoccupazione è aumentata in modo anche drammatico, come nel caso della Grecia mentre un leggero miglioramento si è ottenuto in Irlanda.

 

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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