Mad e la riscossa dei cartoni animati made in Italy
Economia

Mad e la riscossa dei cartoni animati made in Italy

Dopo vent'anni di assenza torna su Rai1 un prodotto di animazione  italiano il giorno di Natale. Lo realizza una società napoletana  "inventata" due anni fa da un 58enne appassionato di cinema

Una notizia scoperta quasi per caso che mi ha incuriosito: Rai Fiction ha finanziato un cartone animato da 700mila euro. Questo cartone animato è stato ideato, prodotto e realizzato in Italia e verrà trasmesso su Rai1 il giorno di Natale: sono vent’anni che non succede a un film di animazione italiano. Il titolo è “La cantata dei pastori”, personaggi natalizi che alla fine scoprono di far parte di un Presepe.

Ma chi sono allora gli artefici di questa curiosa impresa? E qui comincia un’affascinante storia. La società che lo produce si chiama Mad: ovvero Musica, animazione e documentari. Un nome che è volutamente anche un’elogio alla pazzia creativa, quella speciale dei napoletani che si nutre dell’eredità di Totò, Eduardo De Filippo, Massimo Troisi e oggi di Paolo Sorrentino (quello de Il Divo e di This must be the place).

Nata soltanto due anni fa ha sede in piazza del Gesù Nuovo, a Palazzo San Felice, quello in cui furono girati capolavori come l’Oro di Napoli con Vittorio De Sica e Filomena Marturano, ed è già stata visitata sia dai creativi della Rainbow di Straffi che da quelli della californiana Pixar (gruppo Walt Disney) per l’utilizzo delle nuove tecnologie, che passano dalla tecnica flash a un nuovo software scoperto negli Usa per produrre low cost. Risultato: una creatività democratica, di buona resa, buon disegno. Che se messa a disposizione dei disegnatori e degli sceneggiatori giusti può andare lontano. “Questa la sfida: ridare dignità alla grande creatività italiana.

Quella conosciuta nel mondo attraverso i personaggi di Bruno Bozzetto, di Armando Testa e che negli Usa ha oggi il nome di Enrico Casarosa, il talento italiano in forza alla Pixar che con il cortometraggio La Luna "è stato finalista per l’Oscar 2012“, racconta Luciano Stella, socio fondatore di Mad, produttore cinematografico e titolare di una società che gestisce un’ottantina di sale cinematografiche in Campania. "Volevo realizzare un documentario sulle serate dedicate alla filosofia della felicità che organizzo a Napoli e sono inciampato in un mondo di giovani talenti: musicisti, sceneggiatori, disegnatori. Un mondo che aspettava soltanto di essere organizzato e di avere una possibilità”.

Così Stella ha aperto il portafoglio. Oggi Mad ha 80 collaboratori, tanti progetti. Ancora più sogni. Guadagni? “Per ora abbiamo investito 500mila euro. Non siamo ancora a break even, ma si vive con passione”. Investire in cultura e creatività all’italiana. Il segreto di Mad è proprio questo. Genio, follia e costi bassi “altrimenti non possiamo competere. Non abbiamo mica il grande mercato anglosassone a sostenerci” continua Stella. “Cosa devo dire? Ci siamo lanciati. Abbiamo scoperto negli Usa una società che produce questo software che lavora con una tecnica mista, in 2D e contemporaneamente in 3D. Non era però mai stata usata per un lungometraggio. Noi ci siamo presentati e abbiamo detto al produttore: “Ci proviamo noi”. E così ci siamo guadagnati l’esclusiva e siamo partiti”.

Ormai è evidente che questo articolo è dedicato all’intraprendenza, alla fiducia nel futuro, alla creatività visionaria che diventa realtà. Insomma, una storia beneaugurale per il 2013 che arriva. E che a Mad porterà in dote anche “A skeleton story”, una serie tv in 52 puntate ispirata a Tim Burton e a una graphic novel per bambini, un documentario in stile Wim Wenders  sul personaggio Achille Lauro, un film di animazione per il cinema (La Gatta cenerentola, un noir per adulti) e altri interessanti progetti. Alcuni sono ancora “top secret”, si scopriranno con l'anno nuovo. Chi ha fantasia guarda oltre i Maya.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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