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Economia

Legge di Stabilità 2016: perché la Ue (per ora) non la approva

Valutazione finale in primavera quando le riforme annunciate dovranno aver portato degli effetti. I dubbi: mancato rispetto degli obiettivi di crescita

Primo via libera dell'Ue alla legge di stabilità ma con riserva: l'Italia rischia di non rispettare i criteri del patto. Una nuova valutazione è attesa in primavera, quando le riforme annunciate e avviate avranno avuto i loro effetti. Soddisfatto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan: l'Europa "riconosce le riforme fatte e il consolidamento della ripresa".

La Commissione europea sottolinea che la manovra italiana per il 2016 è "a rischio di mancato rispetto del patto di stabilità e crescita". In accordo con le previsioni di autunno della Commissione, si legge nella valutazione, "c'è un rischio di significativa deviazione dal percorso di aggiustamento richiesto verso gli obiettivi di medio termine, soprattutto in connessione con la valutazione del prossimo programma di stabilità". Già per il 2015 si è riscontrata "qualche deviazione dal percorso di aggiustamento verso gli obiettivi a medio termine", che nel 2016 diventeranno "significative".

Come si ricorda nel documento, infatti, l'obiettivo per il 2016 era di un deficit pari all'1,8% del Pil; secondo la legge di stabilità, il deficit sarà invece pari al 2,2% del Pil, e secondo la Commissione al 2,3%. Anzichè essere in pareggio come stabilito inizialmente, nel 2016 il bilancio strutturale sarà in deficit dello 0,5%. Se questa deviazione sarà concessa nell'ambito della flessibilità consentita dalle norme Ue, verrà deciso in un secondo momento.

La Commissione torna a insistere sulla sua contrarietà ai tagli delle tasse sugli immobili. "L'abrogazione dell'imposta di proprietà sulle residenze primarie non è  in linea con l'obiettivo di raggiungere una struttura fiscale più efficiente spostando la tassazione dai fattori produttivi alla proprietà", si legge nel giudizio. Inoltre "non sono state attuate nell'attuale legge nè sono attesi nel futuro immediato una riforma dei valori catastali nè un'azione concreta per razionalizzare le spese fiscali", entrambe indicate dalla Commissione nelle raccomandazioni specifiche per il 2015.

Riguardo alla possibilità per il nostro Paese di usufruire della flessibilità nella valutazione del rispetto delle norme Ue sui conti pubblici in relazione ai costi straordinari sostenuti per affrontare l'emergenza rifugiati, la decisione sarà presa "ex post". "In alcuni casi (Austria, Belgio, Germania e Italia), le bozze di bilancio citano l'impatto sui conti dell'eccezionale flusso di migranti - si legge nel commento dell'esecutivo Ue - La flessibilità contenuta nel Patto di Stabilità e crescita consente di considerare l'aumento (da un anno all'altro) della spesa eccezionale legata a eventi imprevedibili (come i costi extra dovuti all'aumento eccezionale dei flussi di migranti), sia sotto il braccio preventivo che quello correttivo del Patto. La Commissione farà una valutazione finale, anche sulle somme che potranno essere considerate, sulla base dei dati che forniranno le autorità degli stati coinvolti, quando valuterà (ex post) le deviazioni temporanee rispetto alle richieste per il 2015 e 2016".

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Redazione Economia