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Economia

Vantaggi e svantaggi del lavoro online

Flessibilità e redditi più alti contro maggiore concorrenza e poche garanzie

Il mondo del lavoro ha subito profonde trasformazioni negli ultimi anni: non lo scopriamo certo adesso. L'impatto delle nuove tecnologie è stato devastante e l'immagine tradizionale del lavoratore con il posto fisso e un legame solido con un'azienda, potenzialmente a vita, è ormai avviata a finire nel dimenticatoio. Il fenomeno ha visto la luce negli Stati Uniti – pensiamo solamente al "modello Uber", dove ciò che conta è la singola prestazione lavorativa, che è fungibile e può essere effettuata da chiunque abbia alcune capacità minime. Progressivamente, però, anche in Europa si stanno registrando cambiamenti profondi, che andranno sicuramente a trasformare radicalmente la quotidianità di una crescente fetta della popolazione nel breve arco di un decennio.

Come si lavora sulle piattaforme online

Le piattaforme online consentono un più facile incontro tra domanda e offerta di lavoro e di servizi. Con conseguenze non sempre negative: ad esempio, la possibilità per le aziende di non concentrare i lavoratori in un luogo fisico, ma di disseminarli sul territorio, cui fa da contraltare l'opportunità per i lavoratori medesimi di operare da casa o nei dintorni del proprio centro di residenza. E in parecchi casi di ottenere maggiori guadagni, soprattutto quando le prestazioni che offrono sono qualificate o necessitano di specializzazioni tecniche. Lo strumento più diffuso viene ancora una volta dalla California ed è la piattaforma Upwork, dove migliaia di professionisti offrono i loro servizi. È vero che rinunciano a molte delle tutele conquistate nel corso di secoli di lotta del movimento dei lavoratori, ma non sembrano dolersene troppo, almeno finché c'è la possibilità di vendere a caro prezzo le proprie prestazioni. Ad approfittarne di più sono, però, persone di Paesi dove i livelli di tutela e salariali non sono altissimi: parliamo, ad esempio, delle nazioni dell'Est Europa, dove l'opportunità di lavorare per le grandi e generose multinazionali occidentali fino a qualche tempo fa poteva essere colta solo trasferendosi all'estero.

Il lavoro online in Italia

In Paesi come il nostro, gli effetti di questa sorta di rivoluzione nel mondo del lavoro sono destinati a farsi sentire già nel medio periodo. Il Financial Times calcola che il principale sarà quello di allargare la base dei lavoratori: chi non può, per ogni sorta di motivo, impegnarsi a tempo pieno, potrà ora sfruttare la flessibilità delle nuove piattaforme. Si calcola che in dieci anni la forza lavoro che opera esclusivamente in rete possa crescere del 2,5%. Allo stesso tempo, ciò consentirà una rilevante integrazione del reddito per molti. Già adesso si parla di cifre equivalenti a circa 500 Euro al mese: le poche statistiche disponibili, del resto, ci dicono che i professionisti che negli Stati Uniti si appoggiano a Thumtack (una piattaforma per artigiani e piccoli professionisti ideata da un italiano trasferitosi nella Silicon Valley) ne ricavano 8mila dollari all'anno, poco più di chi si improvvisa albergatore utilizzando AirBnB.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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