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Ansa/Luigi Mistrulli
Economia

Reddito minimo a chi ha 55 anni: come funziona e quanto costa

L'Inps propone un sussidio per i lavoratori più anziani che perdono il posto, ma non possono andare in pensione. Con una spesa di 1,5 miliardi

Una proposta organica ancora non c'è ma arriverà presto, quasi sicuramente entro il mese di giugno. E' quella che il presidente dell'Inps, Tito Boeri, sta preparando per istituire una sorta di reddito minimo garantito, destinato agli italiani che hanno un'età compresa tra 55 e 65 anni. Si tratta di una fascia di popolazione oggi molto vulnerabile dal punto di vista economico, sostanzialmente per due ragioni: mentre la riforma Fornero del 2011 ha alzato l'età del pensionamento di vecchiaia fino a 66 anni, ci sono molti over 55 che restano disoccupati e che, soltanto in un caso su 10, riescono a trovare un nuovo impiego in tempi brevi. Di conseguenza, si è creata una generazione di italiani con i capelli bianchi che rischia seriamente di rimanere senza reddito, cioè senza lavoro e senza pensione.



Reddito minimo garantito: cos'è e come funzionerà


Proprio per questo motivo, Boeri ha pensato alla creazione di un sussidio per gli over 55, che garantisca loro un reddito minimo affinché che non finiscano al di sotto della soglia di povertà. Boeri ha già fatto una stima sui possibili costi di questa misura: circa 1,5 miliardi di euro all'anno, una cifra che non sembra proibitiva per il bilancio dello stato italiano. Ma come sarà questo sussidio per gli ultra-cinquantacinquenni? E' ancora presto per dirlo ma tutti gli indizi portano a pensare che somiglierà molto al Sia (Sostegno per l'inclusione attiva). Si tratta di una forma di assistenza ai più poveri che è stata già introdotta, in via sperimentale, nelle città italiane con più di 250mila abitanti. Il Sia è stato ideato da una commissionedi studiosi partecipata dallo stesso Boeri ed è destinato ai cittadini che si trovano al di sotto della soglia di povertà, cioè hanno un reddito molto basso (calcolato secondo i parametri dell'isee, un indicatore che misura il reale benessere delle famiglie, tenendo conto anche del patrimonio di cui dispongono).


Chi è Tito Boeri, il nuovo presidente dell'Inps


Chi ha un Isee molto contenuto, con il Sia riceve una integrazione in denaro dallo stato, capace di riportare il beneficiario al di sopra della soglia di povertà assoluta. Nelle città in cui è stato sperimentato, il sostegno per l'inclusione attiva ha portato all'erogazione di un sussidio medio di circa 300-350 euro al mese per ogni famiglia. Se questa indennità venisse estesa su scala nazionale,costerebbe all'incirca 6 o 7 miliardi di euro all'anno. Limitandola esclusivamente alla platea degli over 55, l'onere per i conti pubblici sarebbe appunto nell'ordine di un miliardo e mezzo, come calcolato da Boeri.


Così Boeri è diventato Mister Inps


“L'Italia è l'unico paese in Europa a non avere questi strumenti contro la povertà” ha sottolineato ieri il presidente dell'Inps, annunciando la prossima presentazione della sua proposta. In effetti, in tutta l'Ue esistono delle forme di reddito minimo garantito, che vanno a beneficio tutta la popolazione (indipendentemente dall'età) e possono raggiungere importi considerevoli, almeno in alcune nazioni come quelle scandinave. In Danimarca, per esempio, l'assegno per le famiglie molto numerose può superare addirittura i 3mila euro al mese. Per i single, invece, in quasi tutti i paesi l'indennità è assai contenuta e scende di solito tra i 300 e i 500 euro mensili, con punte minime al di sotto di circa 100 euro nell'Europa dell'Est.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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