Poveri e ricchi: i guai della diseguaglianza economica
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Economia

Poveri e ricchi: i guai della diseguaglianza economica

Secondo l'Istat, più di una famiglia su quattro è a rischio povertà. Ecco come le disparità di reddito frenano la mobilità sociale

Più del 28% delle famiglie del nostro paese è a rischio-povertà. A sostenerlo è l'Istat, che ha appena diffuso il rapporto annuale su Reddito e condizioni di vita degli italiani. Anche se i dati sono leggermente migliori di quelli rilevati nel 2012 (quando la quota di popolazione a rischio povertà era superiore di un punto e mezzo percentuale), l'istituto nazionale di statistica ha comunque snocciolato una serie di cifre tutt'altro che confortanti. Eccone alcune: circa metà delle famiglie di tutta la Penisola guadagna complessivamente meno di 2mila euro netti al mese, mentre il 14,2% degli italiani dice di non potersi permettere un pasto proteico adeguato ogni due giorni e il 40% circa sostiene invece di non essere in grado di affrontare una spesa imprevista superiore a 800 euro.

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Le rilevazioni dell'Istat sulle condizioni di vita nel nostro paese fanno il paio con quelle da poco evidenziate dall'organizzazione non governativa Oxfam, impegnata nella lotta alla povertà. Citando le gli studi dell'Ocse, Oxfam ha ricordato come la disuguaglianza economica, tra gli anni '80 e il 2008, sia cresciuta in Italia del 33%, contro la media del 12% degli altri paesi industrializzati. E così, proprio a causa delle disuguaglianze in crescita, oggi l’1% degli italiani più benestanti detiene una ricchezza superiore a quella posseduta dal 60% della popolazione (che corrisponde a ben 36,6 milioni di persone). Inoltre, i nostri connazionali che versano in povertà assoluta sono quasi raddoppiati dal 2008 a oggi, fino ad arrivare a oltre 6 milioni, corrispondenti a quasi il 10% dell’intera popolazione.


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Secondo Oxfam, però, la realtà del nostro paese non rappresenta affatto un caso isolato. Da quando è arrivata la crisi, le disuguaglianze sono aumentate un po' in tutto il mondo. Basti pensare che, mentre il numero di miliardari è raddoppiato negli ultimi sei anni (superando le 1.600 unità), le 85 persone più ricche del pianeta possiedono da sole un patrimonio equivalente a quello detenuto nel complesso dalla metà più povera di tutta la popolazione mondiale. Queste sperequazioni nelle condizioni di vita rischiano però di minare alla radice  i progressi fatti negli ultimi vent'anni nella lotta alla povertà. In un paese africano come il Kenya, per esempio, se il tasso di disuguaglianza resterà invariato anche nei prossimi cinque anni, si vedranno tre milioni di persone in più entrare in uno stato di povertà estrema.


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Secondo Oxfam, la correlazione diretta che esiste tra disuguaglianza e povertà ha alla base una ragion d'essere ben precisa: in un paese in cui la ricchezza è mal distribuita e si concentra in poche mani, c'è anche un basso grado di mobilità sociale. In altre parole, chi nasce povero ha molte probabilità di morire povero.  In Pakistan, per esempio, un bambino nato indigente ha appena l'1,9% di possibilità di entrare nella fascia di popolazione più ricca. Negli Stati Uniti, invece, quasi metà dei figli di persone a basso reddito diventeranno a loro volta adulti a basso reddito.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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