Pensione anticipata, perché si perde fino al 15%
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Economia

Pensione anticipata, perché si perde fino al 15%

Come funziona il prestito che consentirà di mettersi a riposo a 63 anni. Quanto costa ai lavoratori

Finalmente il governo Renzi ha scoperto un po' le carte in materia di previdenza, anche se non definitivamente. Ieri il ministro del welfare, Giuliano Poletti, e il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Tommaso Nannicini, hanno svelato ai sindacati un po' di dettagli sull'Ape, l'anticipo di pensione che permetterà ai lavoratori italiani di mettersi a riposo a 63 anni e 7 mesi anziché a 66 anni e 7 mesi, come prevede oggi la Legge Fornero, cioè l'ultima riforma previdenziale varata in Italia nel 2012, per mano del governo Monti. Chi vorrà andare in pensione in anticipo dovrà però sottoscrivere, seppur indirettamente e tramite l'Inps, un prestito con un istituto di credito che verserà fino a tre annualità di assegni previdenziali (per esempio quelli percepiti dai 63 ai 66 anni). Ma ecco, di seguito, come funziona questo meccanismo che comporta una penalizzazione fino al 15% sull'assegno pieno.

Come funziona il prestito

Il lavoratore che vuole mettersi a riposo prima dei 66 anni e 7 mesi, riceverà da una banca una somma in prestito, pari agli assegni incassati in anticipo. Esempio: se la pensione piena maturata è di mille euro lordi al mese, chi vuole congedarsi dal lavoro a 63 anni e 7 mesi anziché a 66 anni e 7 mesi dovrà chiedere un prestito di 39mila euro, pari a 13 mensilità di assegno, moltiplicate per tre anni. Se l'anticipo è di due anni, invece, l'ammontare del prestito sarà di 26mila euro, corrispondenti a 26 mensilità di pensione (24 più due tredicesime). Il finanziamento verrà poi restituito a rate nell'arco di vent'anni, con una trattenuta sulla pensione, effettuata direttamente dall'Inps.

Leggi anche: Le pensioni degli statali

La garanzia dello Stato e sostegno ai più poveri

Il pensionato non dovrà chiedere personalmente il finanziamento alla banca ma tutto avverrà tramite l'Inps. Inoltre, in base a quanto trapelato finora, lo Stato si farà carico degli interessi sul debito e probabilmente introdurrà anche delle agevolazioni per la fascia più debole di lavoratori (per esempio per chi è disoccupato). Le categorie più disagiate, infatti, dovrebbero godere di qualche detrazione fiscale per rendere meno pesante (o addirittura azzerare) l'impatto delle rate di restituzione del prestito.

Quanto perde chi va in pensione a 63 anni

Chi sceglie di mettersi a riposo a 63 anni e 7 mesi anziché a 66 anni e 7 mesi, dovrebbe avere una penalizzazione del 15% sull'assegno pieno. Esempio: se il lavoratore matura una pensione di 1.000 euro lordi al mese e si congeda dal lavoro tre anni prima del previsto, dovrà chiedere in prestito una somma complessiva di 39mila euro (1.000 euroX13mensilitàX3 anni=39mila). Restituendoli in 20 anni (cioè in 260 mensilità comprese le tredicesime), dovrà subire una trattenuta di 150 euro lordi al mese (150X260=39mila) che sono appunto il 15% mille euro.

Quanto perde chi va in pensione a 64 anni

Chi sceglie di mettersi a riposo a 64 anni e 7 mesi anziché a 66 anni e 7 mesi, dovrebbe avere una penalizzazione del 10% circa sull'assegno. Esempio: se il lavoratore matura una pensione piena di 1.000 lordi al mese e si congeda dal lavoro 2 anni prima del previsto, dovrà chiedere in prestito una somma complessiva di 26mila euro (1.000 euroX13mensilitàX2 anni=26mila). Restituendoli in 20 anni (cioè in 260 mensilità comprese le tredicesime), dovrà s 100 euro lordi al mese (100X260=26mila).

Quanto perde chi va in pensione a 65 anni

Chi sceglie di mettersi a riposo a 65 anni e 7 mesi anziché a 66 anni e 7 mesi, dovrebbe avere una penalizzazione del 5% circa sull'assegno. Esempio: se il lavoratore matura una pensione piena di 1.000 lordi al mese e si congeda dal lavoro 1 anno prima del previsto, dovrà chiedere in prestito una somma complessiva di 13mila euro (1.000 euroX13mensilitàX1 anno=13mila). Restituendoli in 20 anni (cioè in 260 mensilità comprese le tredicesime), dovrà pagare poco più di 50 euro lordi al mese (50X260=13mila).

I più letti

avatar-icon

Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

Read More