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Franco Silvi/Ansa
Economia

Disoccupazione: la strana discesa d'autunno

Il tasso dei senza lavoro è diminuito a ottobre all'11,5%, il minimo da tre anni. Ma, a ben guardare, il numero di occupati cala e aumentano gli inattivi

Un calo di 3 decimi di punto, dall'11,8% all'11,5%. E' in apparenza positivo il dato diffuso oggi dall'Istat sulla disoccupazione in Italia, che a ottobre ha toccato il minimo degli ultimi 3 anni. Peccato, però, che anche queste statistiche, come tutte le statistiche, debbano essere lette con attenzione, per evitare troppo facili trionfalismi.


Il Jobs Act


Se è vero che il numero dei disoccupati è in calo (-13mila), l'Istat rileva anche una diminuzione degli occupati (-39mila) cioè del numero complessivo di italiani che hanno un impiego. Scende la disoccupazione, dunque, ma calano anche i posti di lavoro. Com'è possibile? La spiegazione è semplice: a ottobre, per il secondo mese consecutivo, è aumentato il numero degli inattivi (+32mila unità), cioè delle persone che non hanno un lavoro e non lo cercano neppure, per le più svariate ragioni, spesso perché sono scoraggiati.


Jobs Act, come cambia il lavoro in Italia


Se si confrontano i dati dell'ottobre 2015 con quelli relativi allo stesso mese del 2014, il quadro del mercato del lavoro italiano presenta molti altri chiaroscuri. Fortunatamente, quest'anno ci sono 410mila disoccupati in meno rispetto al 2014 ma, nello stesso tempo, il numero degli inattivi è cresciuto in 12 mesi di quasi 200mila unità. Molte ombre emergono anche nei dati sul mercato del lavoro giovanile. Il tasso di disoccupazione nella classe di età tra i 15 e i 24 anni, infatti, a ottobre si è mosso in controtendenza rispetto al dato generale ed è cresciuto al 39,8% (+0,3% rispetto a settembre). Non vanno meglio le cose tra chi ha più 25 e meno di 34 anni, una fascia di popolazione in cui il tasso dei senza lavoro è attorno al 17%, in crescita di due decimi di punto tra settembre e ottobre.


Naspi e Aspi, le differenze


Tirando le somme, il numero degli occupati italiani di tutte le età è cresciuto nel complesso di sole 75mila unità tra ottobre del 2014 e lo stesso mese del 2015, con notevoli differenze tra dipendenti e autonomi. In quest'ultima categoria di lavoratori, infatti, in un anno l'occupazione si è ridotta di 83mila unità. Tra chi ha un contratto di lavoro subordinato, invece, gli occupati a ottobre 2015 erano 158mila in più rispetto all'anno scorso. Di questi, però, ben 146mila hanno un'assunzione a tempo determinato mentre soltanto 13mila hanno un contratto permanente. Analizzando nel dettaglio le cifre sul mercato del lavoro, insomma, si intravede soltanto qualche timido segnale di ripresa, accompagnato però da parecchi dati ancora negativi. Sembra dunque troppo presto per cantare vittoria e ritenere che la disoccupazione italiana sia ormai in ritirata.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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