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Economia

Disoccupazione e pil: a ottobre i dati migliorano

In calo all'11,6% (-0,1%). Al 36,4% quella giovanile (-0,4%). In rialzo il pil trimestrale su base annua: +1%, il più alto da giugno 2011

L'Istat ha reso noti i dati sull'economia italiana nel bollettino di ottobre. Due su tutti i più rilevanti: la rivalutazione della crescita del pil trimestrale a +1% (da +0,9%) e il tasso di disoccupazione all'11,6% a ottobre, in calo di 0,1 punti percentuali su base mensile. Importante il dato sulla disoccupazione giovanile in calo dello 0,4%.

Il prodotto interno lordo e la crescita economica
Nel terzo trimestre del 2016 il prodotto interno lordo è aumentato dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti e dell'1% nei confronti dello stesso periodo del 2015. L'Istat ha rivisto al rialzo la stima preliminare diffusa il 15 novembre scorso, quando aveva rilevato lo stesso aumento congiunturale dello 0,3% e una crescita tendenziale dello 0,9%.

La crescita su base annua del Pil dell'Italia non toccava cifra tonda da cinque anni, sottolinea l'Istat. Il rialzo tendenziale dell'1% raggiunto dal Prodotto interno lordo sia nel primo trimestre che nel terzo del 2016 è infatti, il più alto dal secondo trimestre del 2011 (quando era stato registrato un +1,5%). Allo stesso tempo, il livello del Pil nel trimestre è ai massimi da quattro anni in termini di valore: con 392.303 milioni di euro supera, infatti, quello del terzo trimestre del 2012.

Rispetto al trimestre precedente, i principali aggregati della domanda interna hanno registrato un aumento, con una crescita dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,8% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono aumentate dello 0,7% e le esportazioni dello 0,1%.

Anche la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil per 0,1 punti percentuali, mentre l'apporto della domanda estera netta è stato negativo per 0,1 punti percentuali. L'Istat rileva andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto sia dell'industria (+0,8%) sia dei servizi (+0,1%), mentre il valore aggiunto dell'agricoltura registra un calo dell'1,5%.

Disoccupazione e occupazione
La stima dei disoccupati a ottobre è diminuita dell'1,2%, pari a -37 mila unità, dopo l'aumento del 2,2% registrato nel mese precedente. La riduzione, spiega l'istituto di statistica, è attribuibile alle donne (mentre si registra una lieve crescita tra gli uomini) e si distribuisce tra le diverse classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni.

Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), risulta a ottobre pari al 36,4%, in calo di 0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente. L'incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 9,5% (cioè poco meno di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza risulta in calo di 0,2 punti percentuali rispetto a settembre. Il tasso di occupazione dei 15-24enni diminuisce di 0,1 punti percentuali, mentre quello di inattività aumenta di 0,4 punti.

Gli inattivi e gli occupati
La minore partecipazione al mercato del lavoro a ottobre, in termini sia di occupati sia di persone in cerca di lavoro, si associa all'aumento della stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,6%, pari a +82 mila). Tale crescita compensa in parte il forte calo registrato a settembre (-0,8%). L'aumento interessa entrambe le componenti di genere e le classi di età fino a 49 anni. Il tasso di inattività sale al 35,1%, in aumento di 0,2 punti percentuali.

Gli occupati invece su base mensile sono scesi. La stima, informa l'Istat, registra una riduzione dello 0,1%, pari a 30.000 unità. Su base annua si conferma però la tendenza all'aumento con un incremento dello 0,8%, pari a 174.000 unità. La flessione congiunturale, spiega l'istituto di statistica, è attribuibile alle donne a fronte di una sostanziale stabilità per gli uomini e riguarda tutte le classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni.

Il tipo di contratti
Diminuiscono, nel mese, i dipendenti a tempo indeterminato, mentre crescono quelli a termine e restano stabili gli indipendenti. La crescita tendenziale degli occupati è attribuibile ai lavoratori dipendenti (+194 mila, di cui +178 mila permanenti) e si manifesta sia per la componente maschile sia per quella femminile, concentrandosi principalmente tra gli over 50 (+376 mila).

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Redazione