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Stock photo © Izabela Habur
Economia

Congedo parentale: come funziona in Netflix e Microsoft

12 mesi di assenza retribuiti alle neo-mamme per convincerle a non cambiare lavoro

Dagli Stati Uniti potremmo importare una novità contrattuale che farebbe felici tutte le neo-mamme e i neo-papà: il congedo parentale senza limiti (o quasi).

Quattro colossi dell'informatica come Netflix, Microsoft, FacebookGoogle e Apple, infatti, hanno deciso di rimodellare le rispettive politiche aziendali in materia di congedo parentale. A rilanciare il tema dell'urgenza di aumentare la flessibilità dei contratti dei neo-genitori è stata Netflix: la multinazionale dell'intrattenimento ha recentemente annunciato che i propri dipendenti potranno godere di un anno di congedo retribuito qualora abbiano un figlio. Il motivo va ricercato nella volontà di creare un ambiente di lavoro il più confortevole possibile in modo da stabilire un legame solido tra azienda e lavoratori. Tawni Cranz, la Chief Talent Officer di Netflix, al proposito, ha dichiarato al New Yorker: "Qui lavoriamo duramente per promuovere una cultura della libertà e della responsabilità che dia appunto ai nostri dipendenti e la flessibilità di prendere le proprie decisioni con le responsabilità che le accompagnano".

Chi offre i congedi migliori

Il concetto, a quanto pare, è largamente condiviso fra quelle aziende che fanno delle capacità dei propri dipendenti il proprio punto di forza e che, per questo, tengono molto alla qualità del contesto in cui i loro dipendenti si trovano a operare. È il caso, appunto, di Microsoft (che offre un trattamento molto simile a quello di Netflix, che prevede 20 settimane di congedo retribuito per le mamme e 12 per i papà) Google (dove il congedo parentale retribuito può arrivare a 18 settimane per le mamme e 12 per i papà), Apple (dove le settimane sono 18), e Fabebook (16 settimane). Si tratta di concessioni particolarmente importanti, soprattutto alla luce di un quadro di riferimento come quello degli Stati Uniti, dove le assenze dal lavoro consentite sono poche e spesso non retribuite.

Perché il congedo parentale è importante

L'idea che il congedo parentale sia molto importante è già ben radicata negli ordinamenti dell'Europa, dove la maggior parte dei paesi offre lunghi periodi di assenza dal lavoro, anche se solo parzialmente retribuiti, a tutte le mamme. Sarebbe bello, però, se anche il Vecchio Continente riuscisse a compiere il salto culturale che le multinazionali dell'hi-tech hanno saputo fare: quello di comprendere come chi si assenta per maternità non deve essere marginalizzato, ma piuttosto compreso e inserito in un contesto di responsabilizzazione e flessibilità.

Il salto culturale della Silicon Valley

Eppure, va sottolineato come il grande passo avanti della Silicon Valley non sia certo rappresentativo di tutta l'America dove, al contrario, nella maggior parte dei casi il congedo parentale non è retribuito. Il punto è che le multinazionali della tecnologia si sono rese conto che, nel loro settore, per avere successo è fondamentale investire tantissimo nella forza lavoro. I programmatori in particolare seguono corsi di formazione e aggiornamento continuamente, e vista la competitività che contraddistingue il mondo dell'hi-tech rinunciare anche a solo un dipendente comporta una perdita netta per l'azienda. Google, Microsoft, Facebook e tanti altri grandi nomi della tecnologie sono sempre stati famosi per aver messo a disposizione dei propri dipendenti un ambiente confortevole, con palestre, centri estetici, piscine, mense e tanti altri diversivi che ai loro impiegati sarebbero potuti piacere. Oggi, finalmente, si sono accorti che anche maternità e paternità sono importanti, e hanno deciso di investire nei congedi per rendere ancora più solido il legame con i neo-genitori. Anche per questo, oggi, non stupirebbe più nessuno vedere presto comparire in queste strutture sempre più asili. E sta di fatto che a prescindere dalle motivazioni si tratta di una grande vittoria per i genitori. 


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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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