Cinque modi per smascherare offerte di lavoro ingannevoli
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Economia

Cinque modi per smascherare offerte di lavoro ingannevoli

Ecco alcuni consigli pratici stilati dagli esperti Hays per evitare di cadere nella trappola dei falsi annunci

Attenti alle offerte che promettono guadagni facili o richiedono dati personali senza autorizzazione ai fini privacy. Ecco 5 consigli pratici stilati da Hays, società leader nel reclutamento specializzato, per evitare di cadere nella trappola dei falsi annunci di lavoro.

"Internet ha moltiplicato le occasioni di contatto tra aziende e potenziali candidati. Tuttavia, nel mare magnum di opportunità lavorative, è facile incappare in offerte di malintenzionati pronti a carpire informazioni personali o a chiedere denaro da utilizzare per scopi illeciti" spiega Carlos Soave, direttore generale di Hays Italia.



Mai fidarsi degli annunci anonimi

Diffidare sempre da quelle offerte in cui non sono indicati il nome dell'azienda, la ragione sociale e la partita Iva. Gli annunci anonimi sono vietati per legge. Le aziende possono, però, far valere il diritto di riservatezza e affidarsi ad agenzie specializzate nella ricerca e selezione del personale: anche in questo caso i dati dell’agenzia e della sua iscrizione all’albo devono essere ben visibili.

Per sgomberare il campo da ogni dubbio, può essere utile effettuare una ricerca online verificando la web reputation della società  che ha pubblicato l’annuncio. Nel caso di un’offerta di lavoro da una società estera è opportuno accertarne l’autorizzazione ministeriale: per pubblicare annunci in Italia è necessario aver ottenuto il permesso che deve essere obbligatoriamente visibile in ogni comunicazione via web o su carta intestata.




Attenti ai guadagni troppo facili

Meglio scartare a priori annunci che promettono guadagni troppo facili senza competenze specifiche. Attenzione anche a quelle offerte che riportano solo un numero di cellulare o un indirizzo di posta generico anziché uno aziendale da contattare per avere maggiori informazioni: potrebbe nascondere una truffa.

Evitare le aziende che chiedono contribuiti

Non è ammissibile che un datore di lavoro richieda denaro in cambio di un periodo di formazione, anche se propedeutico all’assunzione. Il training dei dipendenti è un investimento per le aziende e, pertanto, deve essere necessariamente gratuito.

Meglio stare alla larga anche dall’acquisto di kit che vengono presentati come necessari per l'avvio di un'attività a domicilio o dalla richiesta di un contributo per visite mediche. Tutti questi costi sono a carico del datore di lavoro. È bene, inoltre, ricordare che una società di ricerca e selezione del personale non può mai richiedere somme di denaro ai candidati: rischierebbe di perdere l'autorizzazione ministeriale.

Attenti ai dati personali

Meglio non compilare form generici con dati personali, indirizzi email e recapiti telefonici con la promessa di un contatto, ma senza alcun riferimento al cv: potrebbe trattarsi di "catene di Sant’Antonio" o di spam. In ogni caso, prima di rilasciare informazioni riservate, è sempre meglio verificare la policy sulla privacy.

È bene ricordare, inoltre, che un’azienda affidabile, prima di sottoscrivere un contratto di lavoro, voglia sempre visionare il curriculum, parlare vis a vis con il candidato e verificare le referenze dello stesso.

Chi ha troppa fretta di concludere...

Di fronte a una nuova proposta di lavoro è indispensabile prendersi sempre qualche giorno per riflettere sul tipo di offerta ricevuta ed eventualmente trattare. Attenzione, quindi, a quelle aziende che fanno pressione per chiudere il contratto di lavoro in fretta, senza prestare attenzione alle esigenze del professionista.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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