La Ue: il Pil italiano salirà grazie a "fattori esterni"
Pubblicate le previsioni economiche. Nel 2015 e nel 2016 la disoccupazione scenderà al 12,4%. Resta il nodo di copertura delle pensioni
La Commissione europea rivede leggermente al rialzo i più importanti dati previsionali dell’economia italiana. Il Pil del 2015 salirà dello 0,6% (la stessa percentuale prevista dalla Commissione in febbraio e leggermente più bassa rispetto alla previsione del governo: 0,7%) e dell’1,4% l’anno prossimo (in rialzo dello 0,1% rispetto a febbraio e più alta rispetto alla previsione del governo che è dell'1,3%). Una crescita alimentata "dall'export aiutato dal deprezzamento dell'euro", ha detto il commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici, che ha aggiunto che per l'Italia "la sfida maggiore è l'elevato debito pubblico con la crescita che resta debole, perciò bisogna articolare una politica di bilancio prudente con un'agenda di riforme che resta ambiziosa".
La crescita, scrive la Commissione, sarà "sostenuta da fattori esterni positivi". Nel 2015 tornerà anche l’inflazione: più 0,2% mentre ildebito pubblico quest’anno toccherà un picco pari al 133,1% del Pil "nonostante le privatizzazioni previste dello 0,5%", scrive la Commissione che prevede un calo al 130,6% rispetto al Pil l’anno prossimo. La disoccupazione, oggi al 13%, si attesterà al 12,4% sia quest’anno che il prossimo (a febbraio si stimava il 12,7%). Bisogna considerare che questo risultato viene raggiunto (o, meglio, si pensa che verrà raggiunto) nonostante che sul mercato del lavoro sia previsto il ritorno degli "scoraggiati" che oggi non cercano un impiego e che, appena si metteranno attivamente a cercarlo, rientreranno automaticamente nelle statistiche dei disoccupati.
Più articolato il discorso sul deficit di bilancio annuale che "peggiora leggermente" (rispetto alle previsioni di febbraio) nel 2015 quando toccherà il 2,6%: comunque molto basso, ma questo risultato è soprattutto frutto dei risparmi sugli interessi sul debito pubblico causati dall'immissione di liquidità della Banca Centrale Europea. La Ue avverte anche di vedere «rischi collegati a possibili misure espansive aggiuntive annunciate nella legge di stabilità ma non ancora dettagliate». La Ue si riferisce la famoso "tesoretto" che il presidente del Consiglio aveva quantificato in 1,6 miliardi di euro ma che è stato "bruciato" dalla recente sentenza della Corte Costituzionale che ha imposto il risarcimentoi ai pensionati ai quali il governo Monti nel 2011 aveva bloccato la rivalutazione dell’assegno per il 2012 e il 2013. La norma valeva solo per i trattamenti superiori a tre volte il minimo e ora, risarcirli tutti, potrebbe costare alle casse dello Stato fino a 10-12 milairdi di euro che devono essere trovati. E, a questo proposito, Pierre Moscovici, ha preferito non sbilanciarsi: "È competenza delle autorità italiane dire quali sono le misure che intende prendere per compensare le perdite e garantire che l'Italia resti nella pista prevista del Patto di Stabilità".
Resta però il fatto è che la stragrande maggioranza di quegli assegni bassi non sono coperti dalle contributi che le persone hanno versato nel corso della vita lavorativa