La Fed alza i tassi, ecco chi ci guadagna e chi ci perde
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Economia

La Fed alza i tassi, ecco chi ci guadagna e chi ci perde

Rialzo dello 0,25%. Non succedeva dal 2006. L'impatto su azioni e obbligazioni, Europa, Russia, Giappone, Cina

Non lo ha fatto a settembre, quando la mossa era attesa, ma ha aspettato fino a dicembre. La Fed (Federal Reserve System, la banca centrale degli Stati Uniti, attualmente guidata da Janet Yellen) ha alzato i tassi di interesse dello 0,25%: non succedeva dal 2006.

Vediamo allora cosa succederà ora, chi guadagnerà e chi perderà.

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AZIONI E OBBLIGAZIONI

È quasi matematico: quando i tassi salgono il valore delle azioni scende. E viceversa.

Al contrario, migliora il mercato delle obbligazioni.

EUROPA

I paesi europei dovrebbero guadagnare dal rialzo dei tassi che, rafforzando il dollaro, metterà benzina alle esportazioni, soprattutto quelle verso Usa.

A guadagnarci in modo particolare saranno paesi come l'Italia e la Grecia, che grazie a un euro più debole potranno consolidare la ripresa finora ancora timida.
Quanto al Regno Unito, secondo gli analisti, in caso di rialzo della Fed la Banca d'Inghilterra dovrebbe anche lei ritoccare all'insù i suoi tassi per evitare che la sua economia corra troppo e crei delle "bolle".

GIAPPONE

Per le stesse ragioni europee anche l'impero del Sol Levante potrebbe avvantaggiarsi di un aumento dei tassi Usa magari riuscendo a fare per il Giappone quello che finora non è riuscito a fare l'Abenomics del premier Shinzo Abe.

CINA - RUSSIA - PAESI EMERGENTI

Quest'estate la Cina ha svalutato per tre volte in suo yuan nel tentativo di metter benzina nei motori della sua economia. La decisione ha certamente tenuto conto del rialzo prossimo dei tassi Usa.

Tuttavia un rafforzamento del dollaro, secondo gli analisti, sarebbe negativo per Pechino e anche per gli altri paesi emergenti. Un dollaro remunerativo renderebbe più sicuri e attrattivi gli investimenti in dollari con conseguente fuga di capitali da questi Paesi.

Situazione pesante anche per la Russia che farebbe più fatica a ricostituire le sue riserve monetarie e a rimettersi in piedi dalle difficoltà creategli dalle sanzioni e dal basso prezzo del petrolio.

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Redazione Economia