Fiat Panda a metano, l'asso nella manica di Marchionne
Economia

Fiat Panda a metano, l'asso nella manica di Marchionne

La nuova arrivata di casa Fiat serve all'azienda per sfondare sul mercato tedesco

Sergio Marchionne spera di aver trovato l’asso nella manica per aggredire, commercialmente s’intende, il mercato automobilistico tedesco. La Nuova Panda a metano, presentata nei concessionari in questi giorni (prezzo a partire da 13.950 euro), ha le carte in regola per sfondare in Germania. È lì che esiste la seconda rete di distribuzione di metano più grande d’Europa, dopo quella italiana. Se sul nostro territorio esistono 1.200 stazioni di servizio che riforniscono di metano, in Germania arriviamo circa a quota 1.000, un numero nettamente superiore a qualsiasi altra realtà continentale.

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Una premessa commerciale più che concreta dunque, alla quale si aggiungono altri fattori di non minore importanza. “La Nuova Panda" afferma Andrea Stocchetti, economista  dell’Università Ca’ Foscari ed esperto di automotive, "da un punto di vista tecnologico presenta la novità del motore turbocompresso, che le consente di possedere uno spunto che prima era precluso alle vetture alimentate a metano”. Un’innovazione che potrebbe spingere verso questo modello di alimentazione alternativa tutti quegli automobilisti che prima sentivano frustrate le proprie pretese di prestazioni più scattanti. “Una caratteristica che non solo potrebbe incrementare le vendite di auto a metano in Italia, ma anche incuriosire ulteriormente mercati stranieri, primo fra tutti proprio quello tedesco”.

È noto infatti come in Germania da tempo ci sia una sorta di ammirazione verso lo stile delle vetture italiane, in particolare per l’Alfa Romeo, marchio che ha sempre goduto di grande prestigio. Immaginare dunque di fornire un tipo di alimentazione a vetture diverse, oltre che alla Panda che comunque resta un auto d’eccellenza in casa Fiat, potrebbe aprire a cascata nuove prospettive. “Tra l’altro – aggiunge Stocchetti – non dobbiamo dimenticare l’enorme sensibilità di cui gode in Germanaia il tema dell’ecologia e del rispetto ambientale. E di certo le auto a metano sono vetture con un indice di inquinamento nettamente inferiore alle altre. Se a questo si aggiungono i costi contenuti, la prospettiva di un allargamento delle vendite in Germania potrebbe non essere una semplice illusione”. Sarebbe come andare a fare concorrenza in casa di Volkswagen, Bmw e Mercedes: proprio niente male come prospettiva.

Per il momento comunque la Nuova Panda a metano, che viene pubblicizzata con spot che vedono ancora protagonista Piero Chiambretti, guarda con maggiore realismo al mercato italiano.

Qui sappiamo che le auto a metano, nonostante una crescita relativa che quest’anno è superiore al 40% rispetto al 2011, comunque in termini assoluti ancora non sfondano. “Arriveremo forse a poco più di 40mila vetture vendute – fa notare Stocchetti – mentre per l’anno prossimo si dovrebbero superare le 50mila, numeri ancora nettamente inferiori a quelli di diesel e benzina”.

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A influire negativamente sono ancora le condizioni della rete distributiva che, nonostante nel nostro Paese sia la più ampia d’Europa, appare ancora insufficiente. “Esistono tra l’altro forti limitazioni dovute a norme molto restrittive per i distributori di carburanti a gas" dice Stocchetti. "Ad esempio ci deve sempre essere un addetto presente e la pompa deve essere collocata a distanze molto elevate da altri immobili, per evitare possibili incidenti”. Tutto ciò, unito alle citate prestazioni insufficienti, continua a frenare gli acquisti. “Ora però" conclude Stocchetti "l’innovazione tecnologica che rende le nuove Panda a metano più scattanti, potrebbe rilanciare le vendite, e per questa via favorire l’apertura di nuove pompe di distribuzione, in un circolo virtuoso che potrebbe essere la chiave vincente per questo modello di alimentazione”.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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