Ue: manovra a rischio, ma le ragioni dell'Italia sono valide
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Economia

Ue: manovra a rischio, ma le ragioni dell'Italia sono valide

Potrebbe allontanare il paese dai limiti fissati. Eppure, la Commissione riconosce la legittimità delle richieste e attenua la voglia di austerità

La manovra economica del governo Renzi rischia di far deragliare l'Italia dai binari fissati dalle regole europee. E il medesimo rischio lo corrono altri cinque Paesi: Belgio, Cipro, Lituania, Slovenia, Finlandia.

Eppure l'Ue tende la mano al nostro Paese:
- riconoscendo la legittimità delle richieste del governo in tema di migranti e terremoto;
- mettendo in cantina la politica di austerity.

Le decisioni economiche prese oggi dalla Commissione europea hanno una marcata natura "politica": da un lato, infatti, i documenti tecnici diffusi sui conti pubblici nazionali dei paesi Euro mettono in luce il mancato rispetto da parte dell'Italia dei criteri del Patto di stabilità e crescita, con particolare riferimento al deficit e al debito pubblico.

Dall'altro, però, è stato approvato un documento in cui si predica il rilancio dell'economia attraverso politiche di bilancio più espansive e al tempo stesso si è deciso di non bocciare i documenti programmatici di bilancio 2017 anche nei casi, come quello italiano, in cui gli obiettivi previsti dal Patto sono disattesi.

Viene, in sostanza, riconosciuta la legittimità delle questioni poste dal governo italiano sulle spese per far fronte all'emergenza migranti e a quella dei terremoti.

Questo, pur "invitando" le autorità italiane "a decidere le misure necessarie nell'ambito del processo decisionale di approvazione del bilancio nazionale per assicurare che il bilancio 2017 rispetti il Patto di stabilità e crescita", in quanto il documento programmatico è considerato "a rischio di non rispetto dei criteri del Patto ", con "significative" deviazioni fra impegni fissati e obiettivi raggiunti.

A breve, nel giro di un paio di mesi, la Commissione pubblicherà un ulteriore rapporto sulla riduzione del debito, il punto di maggiore criticità dei conti italiani rispetto alle regole europee.

Resistere alle tentazioni populiste
La valutazione Ue sull'Italia, ha commentato il commissario agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici, "denota credibilità e anche intelligenza e i due aspetti non sono in contraddizione. Sposare questi due aspetti penso sia utile per resistere alle tentazioni populiste che ci sono in Europa e dall'altra parte dell'Atlantico".

Referendum test
Bruxelles ha insomma deciso di non dare battaglia sulle richieste italiane, pur considerandole eccessive rispetto al debito pubblico record, del governo italiano, considerando il delicato contesto nazionale, a poche settimane dal referendum costituzionale del 4 dicembre considerato un test di stabilità.

Ma anche il contesto internazionale preoccupa la Commissione, all'indomani dell'elezione di Donald Trump e alla luce della crescita di consensi a favore dei partiti euroscettici europei. È stato questo il momento in cui la Commissione ha inoltre deciso di delineare una politica più espansiva, prevedendo per il 2017 l'utilizzo di uno 0,5% del Pil a livello di Eurozona per sostenere la politica monetaria della Bce nel rilancio dell'economia.

Lo 0,5% è una media: a dover investire di più e sostenere la domanda interna sono quei Paesi, come la Germania, che hanno un surplus della bilancia commerciale mentre chi ancora deve risanare, come l'Italia, dovrà provvedere alle riforme e alla riduzione degli squilibri in direzione favorevole alla crescita.

Un'impostazione che, di fatto, segna la fine delle politiche di austerità che hanno caratterizzato gli anni passati, quando sono state considerate l'unica ricetta per l'uscita dalla crisi del debito sovrano e il salvataggio dei paesi più colpiti.

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