Tutti i numeri del quantitative easing di Mario Draghi
Economia

Tutti i numeri del quantitative easing di Mario Draghi

Dalla cifra più grande a quella più piccola, ecco il vademecum per capire cosa comprerà la Bce a partire da oggi e per quanto lo farà

Il Quantitative easing della Bce

Il logo dell'euro davanti alla sede della BCEDANIEL ROLAND/AFP/Getty Images

Mario Draghi ha armato il suo bazooka e lunedì la Banca centrale europea (Bce) inizierà a comprare titoli di Stato dei Paesi dell’area euro. Il Quantitative easing (Qe) farà compagnia all’eurozona per 18 mesi, ma la confusione sulle sigle e, soprattutto, sui numeri può essere elevata. Ecco perché abbiamo deciso di raccogliere le cifre più importanti, dalla più grande alla più piccola, per fare un vademecum della più significativa operazione finanziaria mai condotta dalla Bce nella sua storia. 

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Ansa/Ufficio stampa Banca D'Italia

Questa è la cifra che corrisponde all’ammontare complessivo del Qe di Mario Draghi. Tuttavia, gli acquisti di debito sovrano saranno leggermente minori. Nello specifico, 950 miliardi di euro, spalmati su 19 mesi, da marzo di quest’anno al settembre del prossimo anno. Saranno comprati inoltre 130 miliardi di euro in altri titoli, questa volta corporate. Gli obiettivi finale sono quelli di riportare il tasso d’inflazione al livello target della Bce, il 2 per cento, e aumentare il bilancio dell’Eurotower di circa 1.000 miliardi di euro. E come ha sottolineato la banca elvetica UBS “ci sono tutte le probabilità che sia il primo sia il secondo obiettivo siano raggiunti con successo”. Solo il tempo dirà se Draghi aveva ragione a usare quest’arma così potente. 

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Sventolio di bandiere d'Europa davanti al Parlamento di Atene. 7 novembre 2012  (Credits: EPA/ Simela Pantartzi)

Sono i miliardi di euro che saranno acquistati da quattro Paesi in particolare: Germania, Francia, Italia e Spagna. Questo perché le operazioni sul mercato secondario saranno condotte in base alle quote di partecipazione delle singole banche centrali nazionali dell’area euro nel capitale della Bce. Vale a dire che saranno comprati circa 244 miliardi di euro di titoli sovrani tedeschi, 192 miliardi di titoli francesi, 167 miliardi di titoli italiani e 120 miliardi di titoli spagnoli. A tutti gli altri Paesi restano quindi le briciole del Qe, ma non per questo significa che l’impatto nelle loro economie sarà meno rilevante. Anzi, come ha ricordato la banca statunitense Goldman Sachs, è probabile che proprio nelle economie più piccole ci possano essere le conseguenze migliori, sotto il profilo della piena funzionalità del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. 

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La sede della Bce a FrancoforteDANIEL ROLAND/AFP/Getty Images

Sono i miliardi di euro che saranno comprati ogni mese. Di questi, 50 riguarderanno i titoli di Stato, mentre 10 saranno in altri titoli, come le Asset-backed security (Abs), Residential mortgage-backed security (Rmbs) e covered bond. In pratica, titoli cartolarizzati e obbligazioni garantite da asset. È una cifra minore rispetto a quella stabilita dalla Federal Reserve per l’ultimo round, il terzo, della sua versione del Qe, dove erano previsti acquisti mensili per 85 miliardi di dollari. Sebbene possa sembra poco, come ricorda il Credit Agricole è “più di quanto si aspettavano i mercati finanziari”. Le attese, prima del 22 gennaio scorso, quando fu presentato il Qe, vedevano un programma da circa 500 miliardi di euro o, nella migliore delle ipotesi, da 1.000 miliardi. Invece Draghi è andato oltre, attivando quello che è stato definito dalla banca transalpina “la vera chiave di volta dell’eurozona”.

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VASILY MAXIMOV / AFP /Getty Images

Sono i mesi durante il quale sarà attivo il Qe della Bce. E durante la conferenza stampa di ieri, Mario Draghi ha ripetuto che non ci saranno deviazioni. Il Qe è stato promesso fino al settembre 2016 e così sarà. Quello che è chiaro è che la Bce entrerà sul mercato e si impegnerà a comprare 60 miliardi di euro di titoli sovrani e corporate al mese. Ma non è detto che ci siano delle cifre standard per ogni Paese, da rispettare di mese in mese. L’importante è che il bilancio delle operazioni, alla fine, sia quello prefissato, senza alcuna preferenza rispetto al Paese emittente. Questo perché la Bce non può effettuare finanziamento monetario, come sancito dallo statuto della banca centrale all’articolo 21. Ed è proprio per questa ragione che non può entrare sul mercato primario, ovvero quello in cui le tesorerie dei singoli Paesi emettono in asta le obbligazioni governative. 

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Una manifestante in piazza Syntagma ad AteneGettyImages

È solo uno il Paese più discusso, quando si parla di Qe della Bce. Si tratta della Grecia. Per ora, e fino a quando i bond ellenici non saranno tornati a un rating superiore a investment grade, Atene non potrà beneficiare del piano dell’Eurotower. Troppo scadente è la qualità del debito greco. Una decisione presa in base alle regole della Bce, che non le permettono di prendersi rischi troppo elevati quando si tratta di acquisti sul mercato secondario. La Grecia potrà tornare a essere come tutti gli altri Stati della zona euro solo se adotterà in pieno le riforme strutturali promesse al Fondo monetario internazionale (Fmi), alla Commissione europea e alla Bce. Altrimenti, resterà tagliata fuori dal Qe.  

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Fabrizio Goria

Nato a Torino nel 1984, Fabrizio Goria è direttore editoriale del sito di East, la rivista di geopolitica. Scrive anche su Il Corriere della Sera e Panorama. In passato, è stato a Il Riformista e Linkiesta e ha scritto anche per Die Zeit, El Mundo, Il Sole 24 Ore e Rivista Studio. È stato nominato, unico italiano, nella Twitterati List dei migliori account Twitter 2012 da Foreign Policy.

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