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Economia

Perché i tassi di interesse diventano sempre più bassi?

La quota di risparmio globale continua ad aumentare, e gli investitori preferiscono non rischiare

"Sempre più nazioni emettono obbligazioni con rendimenti negativi", denuncia The Economist, sottolineando come le azioni che costano a chi le acquista molto più di quanto possa poi ricevere come profitto vengano messe sul mercato soprattutto dai paesi cosiddetti "ricchi".

Dal 1985 al 2008 i tassi di interesse reali sono passati da una media del 4 per cento a una del 2 per cento. E dal 2008 ad oggi sono calati ancora di più, arrivando a quota 0,5 per cento.

Perché i tassi calano

Che cosa sta succedendo? Nemmeno gli economisti sanno spiegarselo. Certo, la scelta delle Banche Centrali di tanti paesi che ha caratterizzato gli anni della crisi economica mondiale di tenere i tassi di interessi bassi in attesa di "conferme chiare" che l'economia si stesse effettivamente riprendendo è comprensibile, anche se non sempre condivisibile. Molto meno convenzionale è stata invece l'idea della Banca Centrale Europea, della Banca Centrale Giapponese e di un altro paio di banche più piccole di "tassare" gli istituti credito nazionali per le riserve di contanti, imponendo quindi un tasso di interesse negativo. Ma ancora più sorprendente è il fatto che, nelle ultime settimane, questa pratica abbia iniziato a diffondersi anche tra le aziende private: Sanofi, compagnia farmaceutica francese, e Henkel, colosso tedesco di detergenti, hanno emesso bond denominati in euro con rendimenti negativi.

I vantaggi di un tasso di interesse basso

I paesi più indebitati sono in realtà molto contenti del fatto che i tassi di interesse vengano mantenuti bassi, ma i risparmiatori non sono certo dello stesso parere. Tuttavia, se è difficile capire come si è arrivati a questo punto, ancora più complicato è scoprire come uscire da questa impasse senza creare troppi problemi per i risparmiatori.

Per alcuni analisti la colpa è delle Banche Centrali, che nel tentativo di salvare il mercato finanziario dalle difficoltà create dalla crisi del 2008 hanno finito per alterarlo troppo. Per altri, invece, le Banche hanno semplicemente reagito alle nuove dinamiche che si sono affermate negli anni immediatamente successivi alla crisi. Quindi se il tasso di interesse dipende dagli equilibri tra domanda e disponibilità di risparmi, quando la quota di questi ultimi ha cominciato ad aumentare e la domanda di denaro contante è calata, i tassi si sono adeguati. E prendere a prestito denaro è diventato sempre meno costoso.

Il nodo dei risparmi

Ma perché i risparmi continuano a crescere? Secondo l'ultimo rapporto stilato dai prestigiosi International Centre for Monetary and Banking Studies e Centre for Economic Policy Research, il miglioramento delle aspettative di vita genera, soprattutto in paesi in cui il sistema pensionistico non è così avanzato ed affidabile, una maggiore propensione al risparmio. Ancora, la progressiva integrazione della Cina (paese notoriamente caratterizzato da un elevatissimo tasso di risparmio, stimato su una media nazionale del 40 per cento) nel mercato internazionale ha contribuito a far crescere la quota globale di risparmio. Anche l'aumento delle disuguaglianze ha ampliato la quota di reddito, e quindi di risparmio, a disposizione delle famiglie di fascia media, mentre la riduzione relativa del costo del capitale ha permesso di risparmiare sugli investimenti. Infine, non va trascurato l'impatto della crisi sulle abitudini di spesa, perché l'incertezza sul futuro porta inevitabilmente all'aumento del tasso di risparmio.

Come uscire dall'impasse

In teoria, l'esistenza di tassi di interesse molto bassi dovrebbe spingere gli investitori a spostarsi su portafogli più rischiosi, dando una spinta in più all'economia per ripartire. E invece questo non sta succedendo. Anzi, secondo gli analisti la maggior parte dei risparmiatori, per motivi di età, congiuntura economica poco rassicurante e scarsa propensione al rischio, continua a risparmiare di più o a accettare investimenti poco vantaggiosi ma apparentemente sicuri. E così facendo induce le Banche ad abbassare i tassi ancora di più. Innescando un circolo vizioso da cui nessuno sembra aver capito come uscire.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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