Crisi greca: i falchi e le colombe europee
Epa/Orestis Panagiotou
Economia

Crisi greca: i falchi e le colombe europee

In attesa del decisivo Eurogruppo di domani, ecco come si sono posizionati (Renzi a parte) i partner continentali di Tsipras

In vista dell’Eurogruppo di domani, martedì 7 luglio, i vari protagonisti europei si stanno dividendo tra i falchi, poco disposti a riaprire le trattatiove come vorrebbe invece il primo ministro greco Tsipras, e le colombe, pronte a far finta che il referendum non ci sia stato e desiderose di concedere alla Grecia più di quanto non le sia stato offerto fino alla settimana scorsa.

Come sempre ci sono anche coloro che decidono di restare in mezzo al guado e di non prendere posizione netta. E’ il caso del vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis che da una parte afferma che “la ritrutturazione del debito (greco,. Ndr) non è sul tavolo) e dall’altra sottolinea che “il posto della Grecia è e resta in Europa” anche se in mattinata era stato assai più duro: “Non c’è una via facile per trovare una soluzione”.

Aprire le trattative e chiudere alla possibilità della ristrutturazione sono due posizioni inconciliabili dato che il taglio del peso dei debiti contratti (ritenuti da tutti insostenibili) è la principale richiesta del governo di Atene.

Decisamente “falco” è invece Steffen Selbert, portavoce della Cancelliera Angela Merkel: “Le porte del negoziato restano aperte”, ha detto, “ ma non ci sono ancora le condizioni per riprenderlo” anche se “dipende dalla Grecia” la possibilità di restare nell’eurozona.

E, in assenza di una rpecisa presa di posizione del premier Renzi al riguardo, parla un altro portavoce tedesco, quello del ministro delle Fiananze Wolfgang Schauble, Martin Jaeger per il quale “il taglio del debito greco non è in agenda per noi” aggiungendo che Berlino “non intende cambiare i propri piani di bilancio”, cosa che avverrebbe se ad Atene dovessero essere concessi nuovi aiuti.

In attesa che alle 18 inizi la riunione informale dell’Eurogruppo, il presidente dello stesso, Jeroen Dijsselbloem ha detto che “le riforme sono ancora necessarie” e che “la Grecia non ci avvicina ad una soluzione”. Falco anche lui.

Per il ministro italiano dell'Economia, Pier Carlo Padoan, una colomba, “gli incontri di domani dovranno indicare una via definitiva per risolvere queste emergenza” lasciando intendere, quindi, di essere favorevole a riprendere le trattative con la Grecia anche a costo di cedere su alcune richieste elleniche.

Sulla stessa linea il premier sloveno Miro Cerar che chiede ad Atene “un piano più convincente di riforme”.

Colomba anche il ministro finlandese delle Finanze, Alexander Stubb per il quale “tutti i problemi sono ricolvibili”.

Il governatore della Banca centrale austriaca, Ewald Nowotny, ha espresso preoccupazione che le banche greche possano restare chiuse a lungo, lasciando intendere, quindi, che una soluzione deve essere trovata e rapidamente, mentre il suo collega francese, Christian Noyer, ha detto che “è impossibile” ristrutturare il debito greco in mano alla Banca centrale europea, iscrivendosi nella pattuglia dei falchi che alzano muri alla trattativa così alti da essere invalicabili.

Più colomba, invece, il portavoce del premier britannico David Cameron (forse anche perché poco coinvolto visto che la Gran Bretagna non ha l’euro) che ha auspicato una “soluzione sostenibile”.      


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Redazione Economia