Grecia contro Eurogruppo: lo scontro finale
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Economia

Grecia contro Eurogruppo: lo scontro finale

Le misure da intraprendere troppo generiche e il possibile referendum provocatorio contro la Ue non aiutano un negoziato che rischia di durare molto a lungo

Solo su un punto Grecia ed Eurogruppo sembrano concordare: le prossime riunioni del negoziato tecnico sulle misure di politica economica e di riassetto dell'amministrazione pubblica (fisco in primo luogo) si terranno a Bruxelles non più ad Atene. Ciò per chiudere la fase della Troika che arriva dall'esterno e si immischia direttamente nelle decisioni anche operative dello Stato ellenico.

Tuttavia ad Atene i tecnici delle tre istituzioni (Commissione, Bce e Fmi) dovranno andarci, solo che ci andranno senza il cappello della Troika ma in forma meno visibile e pubblica. Non è granchè, nondimeno tutto serve a svelenire una trattativa che ogni giorno appare sempre più incagliata. L'effetto della lettera del ministro ellenico delle Finanze Varoufakis all'Eurogruppo con l'elenco delle 7 riforme per fronteggiare l'ultima fase della chiusura del vecchio programma di aiuti e aprirne una nuova (dal contrasto dell'evasione fiscale agli interventi per scoraggiare i pensionamenti alla rimozione delle barriere nei mercati alle misure per fronteggiare la ('crisi umanitaria'), ha prodotto l'effetto contrario a quello sperato dal governo greco. Troppo generica, senza impegni precisi, scadenze, un percorso i cui effetti possano essere misurati in anticipo pur con un margine di incertezza.

Poi c'è stato l'affondo di Tsipras sul piano politico con il riferimento a un possibile referendum in Grecia chiedendo ai cittadini di pronunciarsi su questa alternativa: "volete la vostra dignità o volete continuare una tale indegna politica?". L'ultima volta che un leader greco aveva espresso l'intenzione di appellarsi a un referendum (sarebbe stato sulla permanenza nella zona euro) era nell'ottobre di quattro anni fa a Cannes nella riunione del G20: era già la vigilia delle sue dimissioni.

Il presidente dell'Eurogruppo Dijsselbloem ha abbandonato la sua tradizionale prudenza anticipando che probabilmente i greci non riceveranno alcun esborso questo mese perchè il negoziato non ha fatto passi avanti rispetto a due settimane fa. La cancelliera Merkel ha detto che se è certo l'obiettivo, "tenere la Grecia nella zona euro", occorre tenere conto dei due elementi inscindibili: solidarietà e disponibilità a condurre riforme e rispettare gli impegni assunti. Conclusione, "davanti a noi c'è ancora un percorso enorme" da fare.  



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Redazione Economia