Draghi e la Bce non deludono, ma la crisi non finisce così
Economia

Draghi e la Bce non deludono, ma la crisi non finisce così

Francoforte ha annunciato le modalità del programma di acquisto di bond. Spread giù, ma per gli esperti il piano del presidente della banca centrale non produrrà crescita economica. Per quello servono i governi

Fin qui tutto bene. Mario Draghi ha fatto quello che i mercati si aspettavano. Dietro le quinte qualcuno ha sussurrato avesse già ottenuto la benedizione di Frau Merkel. In fondo è solo un dettaglio. Nell’attesissima conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo, il presidente della Banca centrale europea ha annunciato: Francoforte acquisterà i titoli di Stato dei Paesi in difficoltà. Arrivederci e grazie speculazione.

Quasi come se fosse un diktat ha esordito con la sua frase d’ordinanza “l’euro è irreversibile”, ricalcando la strategia indicata ad agosto. Questa volta in più aveva in serbo tutti i dettagli. Borse e spread ringraziano. Peccato – osservano gli strategist di Citigroup – che al di là delle parole nulla sia cambiato. Trattasi di un semplice programma di acquisto di bond, ossia non produrrà crescita economica. Perché è questo il vero test, che rischia di far deflagrare il Sud Europa.

La storia regala un’altra occasione all’euro. E' stata la Banca centrale europea a concederla, scendendo in campo: acquisterà quei titoli di Stato sul mercato secondario, pietra dello scandalo secondo la Bundesbank che anche oggi ha votato contro. Per Draghi le priorità sono altre: essere coerenti con il mandato della Bce. Per questo non sono stati messi paletti: lo shopping non avrà limiti quantitativi e sarà sulla parte breve della curva dei rendimenti.

Passare dalle parole ai fatti avverrà però a condizione che i Paesi interessati facciano ricorso al fondo Salva stati Esm e sottoscrivano impegni precisi sulle politiche di risanamento.E, in effetti, come riconoscono gli strategist di Citigroup è meglio non lasciarsi prendere dall’entusiasmo. "Il nuovo programma di acquisto bond della Banca centrale europea darà un po’ di tempo ma non produrrà crescita economica per i Paesi periferici dell'area euro", spiegano, aggiungendo che nel tempo messo a disposizione gli Stati periferici dovranno implementare le riforme economiche e proteggersi da una potenziale uscita della Grecia dall'Eurozona.

E poi c’è anche dell'altro. "Prima o poi la Bce sarà costretta ad acquistare anche titoli con maturità oltre i 3 anni se la parte lunga della curva spagnola non scenderá dai livelli attuali", dice Alessandro Giansanti, fixed-income strategist di Ing, spiegando che i rendimenti dei Bonos a 10 anni e 30 anni intorno al 6,4% e al 7% sono insostenibili per Madrid. E la stessa storia potrebbe ripetersi per l’Italia secondo il Financial Times.

"Il peggioramento della crisi economica", confermato anche dagli ultimi dati Eurostat ed Ocse, e "gli alti costi del debito" potrebbero costringere Roma "entro la fine dell'anno" a ricorrere al programma Ue di acquisti di titoli di Stato, ha riportato il quotidiano inglese. "Una richiesta che implicherà condizioni che la Germania vorrebbe fossero il più dure possibile", ha aggiunto il giornale, "in parte per vincolare qualsiasi governo sostituirà quello tecnocratico dopo le elezioni del prossimo anno". Come dire: oggi la Bce avrà anche fatto la sua parte, ma il grosso è ancora da fare. Palazzo Chigi e il suo inquilino sono avvisati.

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Micaela Osella