Cina-Ue: che cosa c’è dietro il braccio di ferro
Economia

Cina-Ue: che cosa c’è dietro il braccio di ferro

Non solo pannelli solari: il contenzioso fra Pechino e Bruxelles rischia di esplodere

La guerra commerciale fra Europa e Cina si arricchisce di un nuovo capitolo. La scorsa settimana l’Ue ha ipotizzato un esposto alla Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, contro i dazi applicati da Pechino ai tubi di acciaio inossidabile importati. E non è tutto, perché la Ue ha in corso 16 indagini su presunte pratiche scorrette cinesi (14 per sospetto dumping e due per sussidi statali) che potrebbero portare ad altre controffensive. Si tratta, per lo più, di prodotti chimici e alluminio. Ma anche l’Ue deve difendersi dagli attacchi cinesi in 24 dispute pendenti.

L’ultimo scontro è scoppiato per i pannelli solari. Bruxelles ha deciso di agire dopo un’indagine (aperta in seguito alla denuncia di un gruppo di produttori europei riuniti sotto l’ombrello Eu pro Sun), che ha evidenziato un dumping «selvaggio» delle aziende cinesi. Secondo i riscontri, i pannelli solari arrivano a essere venduti nell’Ue a prezzi inferiori (fino al 112 per cento) al valore normale di mercato. E, soprattutto, la Cina produce più pannelli solari del consumo globale. Questo sistema mette alle corde le imprese occidentali: otto dei primi 10 produttori mondiali di pannelli solari sono cinesi.

La Commissione europea ha imposto dazi per sei mesi (si salirà dall’11,8 per cento al 67,9). Poi la parola passerà ai 28 governi Ue, che dovranno decidere se rendere la misura definitiva. Immediata la ritorsione di Pechino, che ha annunciato un’indagine sul vino europeo, minacciando anche le auto di grossa cilindrata. E la spaccatura è già ampia.

Diciotto paesi Ue sono contrari alla scelta di Bruxelles. Guidato dagli scandinavi, il fronte del no ha i suoi puntelli in Germania e Regno Unito. A sostegno delle sanzioni sono Francia e Italia. Ma di fatto molti non vogliono mettere a repentaglio un rapporto che già oggi vale 1 miliardo di euro al giorno di interscambio e propendono per la «soluzione amichevole». 

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Anna Maria Angelone