Effetto Grillo sullo spread
Daniele Scudieri / Imagoeconomica
Economia

Effetto Grillo sullo spread

Ecco perché l'affermazione del M5S come primo partito nazionale potrebbe costare all'Italia circa 200 punti di spread - I pronostici dei mercati

L'Italia rischia di tornare sotto la pressione dei mercati dopo le elezioni europee. Nonostante il divieto di pubblicazione dei sondaggi elettorali, gli operatori finanziari hanno già le idee chiare su quale sarà l'esito finale di questa tornata. E dato che il Movimento 5 Stelle (M5S) è previsto essere assai vicino, se non oltre, al Partito Democratico (PD), sarà possibile un aumento della volatilità sul mercato obbligazionario. L’effetto Grillo è pronto a farsi sentire.

L'impatto di una vittoria relativa di Beppe Grillo non deve essere sottovalutato. Secondo gli strategist della banca transalpina Natixis "il differenziale di rendimento fra i Btp decennali e i Bund potrebbe risalire fino a quota 350/400 punti base". In pratica, l'affermazione del M5S come primo partito nazionale potrebbe costare all'Italia circa 200 punti di spread, che in questo caso per Natixis si tradurrebbero in un tasso d’interesse prossimo al 5%.

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Nonostante si tratti di un differenziale ben più basso di quelli osservati nel periodo più nero della crisi dell'eurozona, i costi potrebbero essere non di poco conto. In primis, in termini di credibilità, dato che in concreto il PD potrebbe essere dilaniato dalle lamentele delle correnti interne sulla gestione della campagna elettorale, perdendo quindi smalto. Secondo, perché uno stallo nell'adozione delle riforme strutturali di cui ha bisogno il Paese - dalla riforma del mercato del lavoro a quella del mercato dei capitali passando per la riforma del fisco - potrebbe minare le fondamenta dell'esecutivo di Matteo Renzi. E non sarebbe lo scenario migliore in vista del semestre italiano di presidenza dell'Ue. Terzo e ultimo costo, gli interessi passivi sul debito, calati in modo significativo negli ultimi due anni. L’incremento dei rendimenti promessi in asta primaria da parte del Tesoro potrà impattare sulle spese già a partire dal prossimo anno. Il fattore positivo, tuttavia, è che lo stesso Tesoro dal 2011 ha intrapreso una politica di emissione che prevede un allungamento delle scadenze. In tal modo, si potrebbe mitigare l’effetto Grillo.

Conseguenze negative per l’Italia in caso di una buona performance di Grillo sono viste anche da oltre oceano, da quella Wall Street che continua a veleggiare sulla enorme mole di liquidità erogata dalla Federal Reserve. Secondo l’analisi di Bank of America-Merrill Lynch non c’è dubbio che l’Italia che si sveglierà con il M5S come primo partito dovrà fare i conti con la diffidenza degli investitori internazionali. Nessuna indicazione, invece, sulla reale reazione sul mercato obbligazionario. Su questo versante arrivano le stime di Citi, che vedono un incremento di 200-250 punti base del differenziale fra Btp a dieci anni e i Bund di pari scadenza. Anche in questo caso, tutto deriva dal possibile corto circuito nel processo di rinnovamento del Paese. In un momento storico in cui i flussi finanziari stanno tornando verso l’eurozona, e verso l’Italia, una vittoria di Grillo alle urne sarebbe vista come un ostacolo. "L’incertezza perenne è il peggior biglietto da visita per il Paese", ha sottolineato la banca statunitense.

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La fragilità di fondo del governo di Matteo Renzi, mitigata solo dai consensi personali che il presidente del Consiglio riscuote sia in casa sia fuori, è evidente. L’Italia è infatti attesa alla prova del nove. "Occorre che oltre alle parole ci siano i fatti - pungola HSBC - dato che l’economia italiana resta ancora stagnante e con una significativa quantità di gap strutturali rispetto alle altre economie continentali". Considerazioni che testimoniano quanto sia inclinato il piano su cui si trova l’Italia. La fase più acuta della crisi è terminata, ma lo stress è pronto a tornare.

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Rinegoziazione del Fiscal Compact, referendum sull’euro, mutualizzazione del debito. Sono questi i tre punti che più spaventano gli investitori internazionali. E sono proprio i punti cardine, sotto il profilo economico, del manifesto elettorale del Movimento 5 Stelle. Eppure, fra tante voci negative, ce n’è una che va controcorrente. Si tratta di Deutsche Bank che, in una nota strategica inviata ai clienti istituzionali pochi giorni fa, ha raccomandato di continuare a comprare Btp. "Si tratta di un trade sicuro e profittevole, anche dopo le elezioni europee", ha scritto Deutsche Bank. Tutto il contrario, dice la banca tedesca, dei Bund. Per lei, in Italia, il vento è già cambiato.

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Fabrizio Goria

Nato a Torino nel 1984, Fabrizio Goria è direttore editoriale del sito di East, la rivista di geopolitica. Scrive anche su Il Corriere della Sera e Panorama. In passato, è stato a Il Riformista e Linkiesta e ha scritto anche per Die Zeit, El Mundo, Il Sole 24 Ore e Rivista Studio. È stato nominato, unico italiano, nella Twitterati List dei migliori account Twitter 2012 da Foreign Policy.

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