Slot machine
SERGIO OLIVERIO / Imagoeconomica
Economia

Così lo Stato fa cassa su slot e giochi

Regolarizzare i bookmaker esteri, aumentare il prelievo su slot e vit e i punti scommesse, per incassare 1 miliardo di euro. Con tante polemiche

Un miliardo di euro: a tanto ammonta la "manovra" sui giochi, secondo quanto previsto da ddl della legge di stabilità. Interventi sui quali, però, si sono espressi negativamente in pratica tutti i soggetti delle filiera, dagli operatori alle associazioni, dalle imprese alla politica.

L'articolo dedicato ai giochi prevede, oltre a un ennesimo tentativo di regolarizzare i bookmaker esteri che ancora non l'hanno fatto, un aumento delle risorse per lo Stato: per metà dovute all'incremento percentuale dell'imposta del prelievo erariale su slot e vlt, e per la parte restante con le nuove gare per il bando scommesse, entrata una tantum legata alla gara per il rilascio/rinnovo delle concessioni per 15 mila agenzie e 7 mila corner.

Sono proprio questi 22 mila "nuovi" punti scommesse ad attirare le maggiori critiche politiche: Luigi Di Maio (M5s) ha parlato di una manovra elettorale, per Giorgia Meloni (FdI) il governo fa cassa sulla ludopatia, mentre riserve sono venute anche da Paola Binetti (Ap), secondo la quale "il ddl appare stranamente accondiscendente nei confronti dei signori dell'azzardo".

Dura presa di Barbara Saltamartini (Lega): no allo Stato "biscazziere". Critiche arrivano anche da Antonio De Poli, vicesegretario vicario dell'Udc che è il primo firmatario di un ddl per mettere al bando le slot machine: ''la ludopatia - ricorda - colpisce 3 italiani su 100. Le stime del ministero della Salute indicano percentuali comprese tra l'1,3 e il 3,8% della popolazione generale come giocatori problematici. È un'emergenza che non si puo' più ignorare''.

Critici anche i consumatori: Fedeconsumatori ed Adusbef hanno giudicato "inammissibile l'intento di fare cassa e recuperare risorse facendo leva sulla disperazione dei cittadini: i bandi per le nuove sale da gioco sono un vero e proprio insulto alle difficoltà delle famiglie".

Polemiche che nei giorni scorsi avevano riguardato, tra gli altri, anche Sistema Gioco Italia (Confindustria) che aveva parlato di manovra "schizzofrenica", mentre le tante realtà della società civile riunite nella "Campagna contro l'azzardo", avevano espresso il loro "disappunto" per l'apertura di nuovi punti scommesse. E anche la Chiesa italiana ha espresso critiche sui giochi: "Credo che una cosa importante - ha detto mons. Mario Toso della commissione Cei per il sociale e il lavoro - sia che lo Stato abbia una chiarezza di idee e abbia una priorità delle scelte da fare e certamente la via delle politiche attive del lavoro sarebbe più educativa che non quella dell'aumento delle slot machine".

In realtà, il testo del ddl parla di rinnovo delle attuali concessioni per i punti di raccolta delle scommesse in scadenza e non di aumento delle sale per le slot: durata della concessione per 9 anni non rinnovabili, con base d'asta di 30 mila euro per le singole agenzie, e di 15 mila euro per i cosiddetti corner, ovvero un punto vendita dove l'attività di gioco è considerata non prevalente ma "accessoria". Da questa gara lo Stato si aspetta almeno mezzo miliardo di euro, una tantum però. Più strutturale è l'aumento del prelievo erariale sul slot e vlt: il ddl, infatti parla di un incremento del 2% sulle slot e dello 0,5% sulle videlottery di nuova generazione. In particolare, dalle slot potrebbero quasi 500 milioni in più rispetto al 2015, a cui i dovrebbe aggiungere l'incremento delle vlt.

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Redazione Economia