Business delle armi: chi ci guadagna
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Economia

Business delle armi: chi ci guadagna

Russia, Cina e Stati Uniti sul podio, seguiti da Francia, Germania, Regno Unito, ma anche Italia e Spagna

Quando si parla di armi, l'attenzione in genere si sposta sull'Iran e sull'accordo che potrebbe frenarne le ambizioni nucleari, sull'India, che dopo essere stata per anni il principale importatore di materiali bellici ha deciso di rilanciare la produzione interna per sentirsi strategicamente più autonoma, sulla Russia, che continua a finanziarsi appoggiando chi ha bisogno delle sue conoscenze militari, o sulla Cina, che ogni anno aumenta il budget destinato alla difesa. 

Come ha messo in evidenza il Guardian riportando i dati del Sipri di Stoccolma, uno dei think tank più prestigiosi al mondo che si occupa di difesa e disarmo, alla riduzione delle spese militari di paesi come Siria (le proiezioni parlano di una contrazione della spesa, tra il 2010 e il 2015, da 288 a 157 milioni di dollari) e Iraq (da 369 a 199) si affianca la moltiplicazione dei budget di Egitto (da 842 a 1.574), Arabia Saudita (da 2.592 a 9.796), Iran (da 933 a 1.712) ed Emirati Arabi (da 1.192 a 2.252). Che cosa vuol dire tutto questo? Sicuramente che tutta l'area mediorientale continuerà ad essere instabile, ma anche che ci sono paesi che stanno guadagnando parecchio dalla corsa alle armi araba.

Per capire quali sono le nazioni più attive in questo pericolosissimo gioco, i ricercatori del Sipri hanno incrociato i dati relativi alle compravendite, scoperndo che sono i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite i principali finanziatori di questa escalation. 

L'Egitto ha comprato missili dalla Russia, droni dalla Cina, ma anche aerei e navi dalla Francia, anche se la maggior parte de suoi rifornimenti arriva dagli Stati Uniti. Senza dimenticare il contributo, su scala ridotta, di Germania, Spagna, Sud Africa e Italia. I fornitori principali dell'Iraq sono invece Stati Uniti e Russia, affiancati da Repubblica Ceca, Germania, Iran, Pakistan e Corea del Sud. Così come l'Iran può contare solo sulla Russia, la Siria fa riferimento ormai solo a Russia e Iran. Diverso il caso dell'Arabia Saudita, rifornita da Francia, Regno Unito, Stati Uniti, ma anche da Canada, Germania, Spagna, Svezia e Svizzera. Negli Emirati, infine, sono di nuovo Francia e Stati Uniti i partner strategici di riferimento, seguiti da Canada, Germania, Italia, Olanda, Singapore e Sud Africa. 

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