UniCedit
EPA/MATTIA SEDDA
Economia

UniCredit e l’aumento di capitale, istruzioni per l’uso

Come funziona l’operazione che porta nelle casse della banca circa 13 miliardi di euro. Le opzioni per gli azionisti

Aderire all’offerta o vendere tutto? E’ il dilemma che assilla molti azionisti di UniCredit da lunedì 6 febbraio. La banca guidata da Jean Pierre Mustier ha infatti dato il via a un aumento di capitale da 13 miliardi di euro che si concluderà giovedì 23 febbraio. Ecco, di seguito, una guida per orientarsi tra tutti i dettagli dell’operazione. (CLICCA SU AVANTI)

I titoli e i diritti

Da lunedì 6 febbraio, chi ha nel portafoglio il titolo UniCredit (prezzo di 26,17, euro venerdì 3) si è ritrovato "in tasca" due cose diverse: le azioni della banca con un nuovo valore rettificato di 13,108 euro e alcuni diritti di opzione, cioè prodotti derivati con un valore di 13,052 euroche danno il diritto di comprare i titoli UniCredit di nuova emissione, a un prezzo scontato pari a 8,09 euro. Le nuove azioni frutto dell’aumento di capitale potranno essere acquistate con un rapporto di 13 a 5 (13 titoli collocati ogni 5 precedentemente posseduti). I diritti di opzione dovranno essere esercitati entro il 23 febbraio (c’è tempo fino al 10 marzo, invece, per esercitare i diritti rimasti inoptati durante il periodo dell’offerta).

Leggi anche: Aumento di capitale UniCredit, le cose da sapere

Appuntamento a Piazza Affari

Sia i diritti di opzione, sia i titoli della banca (con il nuovo prezzo rettificato di 13 euro circa) sono quotati in borsa e potranno essere comprati o venduti sul listino di Piazza Affari (nel caso dei diritti, c'è tempo per negoziarli fino al 17 febbraio e non sino al 23). Sia i prezzi dei diritti che quelli dei titoli sono però calato rispetto al giorno di quotazione. Le azioni sono scese fino a 12,4 euro circa (- 4%) mentre i diritti hanno subito un ribasso sino a 11 euro (-12% circa). Non va dimenticato inoltre dimenticato che i diritti di opzione hanno una scadenza. Sino a che non si conclude l'aumento di capitale, dunque, questi strumenti finanziari conserveranno un valore. Successivamente a questa data, se non verranno esercitati, i diritti si trasformeranno di fatto in carta straccia. Prima del 17 febbraio, ultimo giorno di negoziazione in borsa, chi ha nel portafoglio i diritti deve prendere una decisione, vendendoli sul mercato o tenendoseli nel portafoglio e decidendo di esercitarli.

Prima opzione per gli investitori: non aderire

Chi ha nel portafoglio i titoli di UniCredit si trova dunque di fronte a diverse possibilità. Chi non vuole aderire all’aumento di capitale della banca può vendere in borsa sia le azioni, sia i diritti di opzione, monetizzando così il proprio investimento. Chi sceglie oggi questa strada, dopo il ribasso in borsa del titolo e delle azioni, rischia di subire un po' di perdite.

Seconda opzione: aderire

Chi vuole aderire (del tutto o in parte) all’aumento di capitale può tenersi nel portafoglio sia le azioni sia i diritti di opzione, esercitandoli poi entro il 23 febbraio. In questo caso, però, l’investitore deve sborsare un po’ di soldi per comprare i nuovi titoli. Chi detiene 100 delle vecchie azioni della banca, per esempio, potrà comprarne 260 di nuove (13 ogni 5 possedute) sborsando nel complesso poco più di 2.100 euro (260X8,09 euro, che è il prezzo stabilito per le nuove azioni).

Terza opzione: aderite 'a metà'

Esiste anche una soluzione intermedia che consiste nell'aderire all'aumento di capitale solo parzialmente. E' possibile infatti vendere una parte dei diritti oggi presenti nel portafoglio e utilizzare il ricavato per sottoscrivere i titoli UniCredit di nuova emissione con l'altra parte dei diritti di opzione non ceduta. Ovviamente, chi fa questa scelta (come chi aderisce totalmente all'aumento di capitale) confida in una buona performance delle azioni della banca nei mesi a venire.

I più letti

avatar-icon

Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

Read More