Toyota, ma cosa succede all'azienda giapponese?
Economia

Toyota, ma cosa succede all'azienda giapponese?

A poche settimane dal ritiro di 7,5 milioni di veicoli, altri 2,7 milioni sono stati richiamati per problemi meccanici. Tra cui la Prius ibrida

Ci risiamo. La Toyota è costretta ad annunciare un nuovo  richiamo di automobili per problemi meccanici. Questa volta ad essere coinvolti sono circa 2,7 milioni di veicoli a motore ibrido per i quali sono stati riscontrati problemi al piantone dello sterzo oppure alla pompa idraulica. La quota maggiore di auto interessate si trova proprio in Giappone, dove saranno richiamate per una verifica in officina ben 1,5 milioni di veicoli, una delle più grandi operazioni di questo tipo mai verificatisi in quel Paese.

Ben diverse le cifre dell'ultimo richiamo della celebre casa automobilistica giapponese. Solo poco più di un mese fa infatti, 7,5 milioni di vetture Toyota furono richiamate in tutto il mondo per un difetto al sistema elettrico dei finestrini. Un inconveniente che veniva solo tre anni dopo un altro richiamo di vetture Toyota, uno dei più colossali mai registrati nella storia dell’auto, con ben 8 milioni di veicoli costretti a tornare frettolosamente nelle officine per un ben più serio problema all’acceleratore.

Ma cosa sta succedendo in casa Toyota? Indubbiamente qualche falla nel finora quasi perfetto sistema di funzionamento della catena di montaggio delle auto sta facendo capolino. E non aiuta certo l'azienda che nei primi sei mesi di quest’anno ha ripreso a livello mondiale la leadership tra i costruttori di autovetture.

Nel caso dell’ultimo richiamo annunciato dalla Toyota infatti, oltre al già citato milione e mezzo di vetture vendute in Giappone, verranno coinvolte altre 669mila auto commercializzate in America e circa 500mila in Europa. Per quanto riguarda i modelli sono 10 quelli interessati, e tra essi da sottolineare la presenza della seconda generazione della Prius, una delle vetture ad alimentazione ibrida che sta avendo più successo a livello mondiale.

Qualcuno, probabilmente, dovrà pagare per questo ennesimo incidente di percorso.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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