Sorgenia alle banche, ma la Cir vuole comandare
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Economia

Sorgenia alle banche, ma la Cir vuole comandare

Prosegue il braccio di ferro tra la famiglia De Benedetti e gli istituti di credito. Che sperano nell’arrivo della Suez per salvare il gruppo pieno di debiti. E nel quale l’Ingegnere ha investito solo 100 milioni

La Sorgenia finisce in mano alle banche, ma la Cir vuole continuare a comandare. È questo il cuore del negoziato con la finanziaria di Carlo De Benedetti, la cui gestione è passata al figlio Rodolfo. I creditori sono disposti a convertire in azioni 300 milioni di euro (su un debito totale di 1,9 miliardi) e a concedere un prestito convertibile da 150 milioni, ma chiedono che l’azionista di riferimento contribuisca con almeno 150 milioni. La Cir scenderebbe dal 52,9 al 33 per cento, De Benedetti, però, vorrebbe mantenere il potere di nominare l’amministratore delegato. Gli istituti di credito (in tutto 21, ma i più esposti sono il Monte dei Paschi di Siena, Intesa Sanpaolo, Unicredit e la Banca popolare) avrebbero tutti insieme una maggioranza di due terzi, con Mps secondo azionista singolo con il 15 per cento. Dunque, puntano a fare blocco, condizionando la governance, anche se i più piccoli vorrebbero uscire al più presto dalla trappola.

Sia la Cir sia le banche sperano che possa arrivare un aiutino esterno che ha un nome tecnico, capacity payment, e consiste nella possibilità di ricevere fondi pubblici per tenere aperte le centrali improduttive, usandole come una sorta di cuscinetto per garantire la stabilità delle forniture nei momenti di picco. Il fatto è che oggi i consumi elettrici continuano a scendere a causa di una recessione che non è ancora finita e non c’è bisogno di centrali in sovrappiù. Sorgenia chiede 100 milioni, ma in questo caso il provvedimento, che dovrebbe valere per tutti i produttori, costerebbe ai contribuenti ben mezzo miliardo di euro. L’Autorità per l’energia non vuole che pesi sulla bolletta. Il ministero dell’Industria aspetta: Flavio Zanonato era contrario e Federica Guidi, messa sott’attacco preventivo dalla Repubblica, va con piedi di piombo.

Per uscire dall’impasse si cerca un compratore. Il gruppo Suez-Gaz de France sarebbe interessato a rilevare tutta Tirreno Power, anche se la magistratura rischia di far chiudere la centrale di Vado Ligure per disastro ambientale. I francesi potrebbero intervenire anche in Sorgenia? "Magari. Ma prima bisogna sciogliere il nodo dei debiti e del comando" spiega una fonte bancaria. La Cir, insomma, vorrebbe condurre la trattativa. Risalendo la catena di comando, si scopre che la finanziaria di famiglia, la Carlo De Benedetti & Figli, ha investito meno di 100 milioni per controllare Sorgenia che fattura oltre 2 milardi. Il resto è debito. Il vecchio lupo perde il pelo, non il vizio.   

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