Snapchat, tutti i numeri dello sbarco a Wall Street
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Economia

Snapchat, tutti i numeri dello sbarco a Wall Street

Il prezzo iniziale delle azioni di Snap, la società che controlla la piattaforma di instant messaging, è stato fissato in 17 dollari

Oggi è il grande giorno di Snapchat: la popolare piattaforma di instant messaging infatti inizierà la propria quotazione alla borsa di New York. Lo sbarco a Wall Street avverrà sotto le insegne della società Snap Inc. controllata da i due cofondatori Evan Spiegel e Bobby Murphy. Il prezzo iniziale delle azioni della società californiana, che sarà quotata al Nyse, è stato fissato a quota 17 dollari, al di sopra dunque della forbice tra i 14 e i 16 dollari di cui si era parlato nei giorni scorsi. In questo modo la valutazione complessiva dell’azienda arriva a quota 24 miliardi, facendo di questa Ipo una delle più importanti dal 2012 quando ci fu la quotazione in borsa di Facebook.

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Un evento atteso con grande euforia dagli operatori di mercato, per i quali, in ordine di tempo, l’ultima quotazione di rilievo di una big tecnologica era stata quella del gigante cinese dell’e-commerce Alibaba datata 2014. Tra l’altro, l’ingresso in borsa oggi di Snapchat, potrebbe essere di buon auspicio per altri esordi di grandissimo livello, primo fra tutti quello di Uber, che secondo alcune valutazioni potrebbe generare un valore addirittura di 50 miliardi di euro. Tornando però a Snapchat, la piattaforma di messaggi che scompaiono poco dopo la loro pubblicazione, c’è da rilevare come l’arrivo in borsa coincida sì con una crescita esponenziale della società, ma anche con alcune zone d’ombra con cui bisognerà fare certamente i conti.

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I risultati di bilancio del 2016 infatti raccontano da una parte di incrementi vertiginosi di ricavi, cresciuti di ben otto volte in un anno, con un fatturato complessivo che ha toccato quota 404,5 milioni di dollari. Un vero salto in avanti se si pensa che, appunto, ancora nel 2015 gli introiti si erano fermati a quota circa 50 milioni di dollari. D’altro canto però non si può non rilevare che lo scorso anno a salire in modo consistente sono state anche le perdite, che si sono attestate a 514 milioni di dollari, ovvero 140 milioni in più del 2015. Da qui la necessità impellente dei due cofondatori di rastrellare in borsa una dose cospicua di liquidità, operazione perfettamente riuscita se si pensa che la vendita delle circa 200 milioni di azioni messe sul mercato, ovvero il 17% della società, dovrebbe fruttare circa 3,4 miliardi di dollari. Il tutto senza perdere il controllo dell’azienda, visto che le azioni in questione risultano senza diritto di voto in assemblea.

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Da qui dovranno ripartire i progetti futuri di Snapchat, che dovrà soprattutto fare tesoro dell’altro grande fattore di crescita di questi ultimi anni: i propri utenti. I numeri infatti dicono che gli affezionati della piattaforma del “fantasmino”, rappresentati perlopiù da teenager, sono attualmente pari a circa 158 milioni, un valore più che triplicato rispetto ai 50 milioni registrati ancora nel 2014. Certo siamo lontani dal miliardo di utenti di cui può fregiarsi Facebook, ma certamente, come detto, si tratta di una base di lancio di tutto rispetto, tra l’altro molto ambita soprattutto in termini di marketing: una cosa non di poco conto per un’azienda come Snapchat che ha proprio nella pubblicità la sua fonte quasi esclusiva di ricavi.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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