Shipping: tra alti e bassi, Genova fa il record
Economia

Shipping: tra alti e bassi, Genova fa il record

Il primo porto d'Italia ha chiuso il 2014 battendo il precedente primato storico

La torsione commerciale della Cina, regista assoluto dello shipping mondiale, con 4,5 miliardi di dollari spostati dagli investimenti in Occidente al mercato interno nell’ultimo triennio, ha costretto i porti europei a cambiare radicalmente strategia.

Nel 2014 non tutti sono stati al passo: alcuni scali del Mediterraneo sono arretrati (tra i maggiori Marsiglia, tra i minori Taranto: entrambi al -2%) e quasi tutti quelli del Nord Europa sono rimasti stabili. Un fulcro storico come Suez, invece, da tempo passato in secondo piano, ha ritrovato nuova vita e raggiunto lo scorso agosto il nuovo record di incassi mensile (506 milioni di dollari).

Il cambio di scenario, combinato con le nuove dinamiche euro-dollaro, per altro, ha dato nuova vivacità alle esportazioni italiane (e dell’Europa centrale). A questo punto, però, per i porti non era sufficiente trovarsi sulla "rotta" dei traffici, serviva garantire rapidità di imbarco-sbarco e, soprattutto, la possibilità di accogliere le nuove mega-navi da oltre 10 mila container.

Tra gli scali che meglio hanno sfruttato la corrente c’è Genova, che infatti nel 2014 ha stabilito il suo nuovo record: il verdetto ufficiale arriverà tra pochi giorni, ma di certo l’asticella toccherà i 2,17 milioni di container (teus), superiore di oltre 100 mila teus rispetto al precedente record storicoe con una crescita superiore al 9% sul 2013 (51 milioni di tonnellate di merce: +4).

I fattori della crescita per Genova, primo porto d’Italia per destinazione finale, sono tre. Il vertiginoso aumento dello sdoganamento in navigazione delle merci (pre-clearing), che ha raggiunto il 91% delle navi riducendo di un terzo tempi d’attesa in banchina.

La ripresa del petrolio, dopo gli anni delle rivolte (+47% lo scorso settembre grazie al ritorno della Libia, al raddoppio dell’Egitto e al boom Turchia, che triplica). Soprattutto, infine, proprio la crescita delle esportazioni: 15 anni fa valevano un quarto delle importazioni, oggi le quote si equivalgono.

L’export 2014 cresce per oltre il 10%, sui soli container è di gran lunga superiore all’import. L’area di riferimento per la produzione è il Nord-Ovest e il 25% delle merci provengono dalla sola provincia di Milano.

I tre fattori, insieme, dimostrano che la ripresa dei consumi interni potrebbe davvero far scattare la molla della crescita italiana. Basta farsi trovare pronti: “I risultati del 2014 - commenta il presidente del porto, Luigi Merlo - sono la dimostrazione che un’analisi giusta del mercato, il gioco di squadra nel pubblico per i controlli e l’adeguamento al gigantismo navale con opere e dragaggi possono ancora oggi rendere competitivo il sistema-Italia”.

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Redazione