Privatizzazione delle Fs: quattro cose da sapere
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Economia

Privatizzazione delle Fs: quattro cose da sapere

Il governo conta di mettere sul mercato il 40% della holding che controlla Trenitalia e Rfi

Manca poco più di un mese alla fine dell'anno e il governo Renzi apre una nuova stagione di privatizzazioni. Nel giorno del debutto in Borsa di Ray Way, mercoledì 19 novembre, la società controllata dalla tv pubblica che si occupa delle torri di trasmissione del segnale, sul tavolo del governo è finito un dossier ben più corposo: quello per l'apertura del capitale delle Ferrovie dello Stato.

Tutte le privatizzazioni: la storia dal 1994 a oggi

La nota diramata del Ministero dell'Economia parla di un incontro tenutosi mercoledì alla presenza del ministro Pier Carlo Padoan e del ministro delle Infrastrutture e Traspoti, Maurizio Lupi, sulle procedure per la privatizzazione del gruppo ferroviario, assieme ai vertici di Fs.

La nota prosegue spiegando che durante il meeting è stato "costituito un gruppo di lavoro congiunto con l’obiettivo di predisporre tutte le misure necessarie all’apertura del capitale della società e alla sua quotazione". Oltre ai buoni auspici dei due ministri, non dice altro. Per capire di più, bisogna affidarsi alle indiscrezioni.

Quanto vuole ricavare il governo dall'operazione

Il Ministro dell'Economia Piercarlo Padoan, altro possibile candidato al Colle ANSA /Giuseppe Lami

Stando alle indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi, il governo punta a mettere sul mercato il 40% della holding (Ferrovie dello Stato ItalianeSpa), che ad oggi è controllata dal Ministero dell'Economia. Dall'operazione lo Stato potrebbe incassare 5 miliardi di euro, una somma pari allo 0,7% del Pil.

I numeri e gli uomini della holding

Michele Elia, nuovo amministratore delegato di Ferrovie dello Stato

PAOLO GARGINI / Imagoeconomica

Fs Italiane ha chiuso il primo semestre con un utile di 285 milioni, in crescita del 2,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e con il margine operativo lordo di oltre 1 miliardo di euro (+8,1%) grazie all’aumento dei ricavi operativi (+1,1%), tra cui si segnala - si legge in una nota - la positiva performance dei prodotti a marchio "Freccia" (treni a lunga percorrenza, tra cui i convogli ad Alta Velocità).

Il gruppo aveva chiuso il bilancio 2013 con un utile netto di 460 milioni di euro, in crescita di 79 milioni rispetto al 2012, e con ricavi operativi a 8,3 miliardi (+1,2%). L'agenzia Standard & Poor's lo scorso 16 settembre ha confermato il rating a tripla B per il gruppo ferroviario.

Lo scorso 29 maggio, invece, è stato rinnovato il board del gruppo, ora guidato dal presidente Marcello Messori e dal nuovo amministratore delegato, l'ingegnere Michele Mario Elia, che, dopo una lunga carriera all'interno del gruppo iniziata nel 1975, ha sostituito Mauro Moretti, indicato dal governo a inizio anno come nuovo a.d. di Finmeccanica.

Gli altri componenti del nuovo cda sono Daniela Carosio, Vittorio Belingardi Clusoni, Giuliano Frosini, Gioia Ghezzi, Simonetta Giordani, Federico Lovadina, Wanda Ternau.



Gli investimenti: focus su Italia e Germania

Il treno Frecciarossa 1000

Ansa

Nata come azienda di Stato sotto la sovraintendenza del Ministero dei Lavori Pubblici nel 1905, oggi Fs è una delle aziende più grandi del Paese, forte di circa 70.000 dipendenti, 8.000 treni e 16.700 km di linee ferroviarie in gestione, di cui 1.000 ad Alta Velocità.

Il gruppo ha realizzato investimenti lo scorso anno per circa 3,9 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi autofinanziati (il resto li riceve dallo Stato e dalle Regioni). Il piano industriale fino al 2017 prevede 24 miliardi di investimenti di cui 8,5 da autofinanziamento. Di questi, 6,4 miliardi saranno destinati a treni (3 miliardi al trasporto regionale) e 1,7 alla rete ad Alta Velocità.

Previsto nel piano anche il forte sviluppo sui mercati esteri delle attività di trasporto, in particolare da parte delle società controllate in Germania e di quelle di ingegneria e certificazione.

Nel 2015 è attesa l'entrata in servizio dei nuovi treni Frecciarossa 1000.





Le 11 principali società controllate dalla holding

Ufficio Stampa Competence Communication

Quanto alle due più grandi controllate, Trenitalia (trasporto merci e passeggeri in Italia ed Europa, dove controlla in Germania TX Logistik e in Francia Thello, assieme a Veolia) ha chiuso il 2013 con un utile netto di 181 milioni di euro e ricavi per oltre 5,1 miliardi di euro (+0,3%), mentre Rfi (rete ferroviaria e stazioni) con un utile di 270 milioni e ricavi per 2,7 miliardi.

Le altre nove principali controllate del gruppo sono: Busitalia - Sita Nord (trasporto pubblico locale e autolinee); il gruppo Netinera, operativo nel trasporto locale e metropolitano tedesco attraverso 50 società partecipate (ricavi per 408 milioni nel 2013 e un risultato in rosso per 7 milioni); Fs Logistica e Italferr (ingegneria e logistica); Gruppo Grandi Stazioni (ricavi per 205 milioni di euro e un utile di 10 milioni), che gestisce i 13 principali scali italiani e attraverso una controllata le principali stazioni in Repubblica Ceca; Centostazioni, che gestisce il network delle 103 stazioni di medie dimensioni di proprietà di Rfi; Fs Sistemi Urbani; FerCredit (servizi finanziari) e Ferservizi (immobiliare, amminsitrativo, facility managment, acquisti).

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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