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AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO
Economia

Il manifesto degli 85 per il Presidente Renzi

All'hangar Bicocca l'incontro con imprenditori e top manager. Che hanno fissato dieci punti per rilanciare il meglio dell'economia italiana

Un po’ Leopolda, un po’ Cernobbio: e scusate se è poco, come modelli di riferimento. Ottantacinque tra imprenditori e top-manager, altrettanti "numeri 1" nei loro settori, si sono riuniti stamattina a Milano per questa inedita kermesse culturale e futurologa promossa dal gruppo Class, sullo spunto dei 35 anni della testata Capital. Con gli altri principali editori in prima fila, peraltro, dalla Mondadori alla Rcs a Cairo. E ne è uscito un "manifesto" virtualmente firmato dai magnifici 85 e indirizzato a Matteo Renzi, Palazzo Chigi, Roma.

Quasi una dichiarazione d’intenti, per rilanciare il meglio dell’Italia economica a dispetto di una crisi epocale dalla quale bisogna ancora sottrarsi del tutto.
La kermesse si è celebrata in un luogo simbolico, l’hangar Bicocca - l’ex capannone industriale della Pirelli diventato museo e spazio creativo della Fondazione del gruppo - riallestito ad hoc dall’architetto Italo Rota. E su una lavagna digitale lunga 32 metri – pezzo forte della scenografia – gli ottantacinque invitati hanno scritto i loro messaggi, alternandosi ai microfoni per discutere tra loro e commentare i contributi giunti da fuori, dal capo della Fca Sergio Marchionne al direttore scientifico dell’Iit di Genova Roberto Cingolani.

In platea, accomodati su poltrone particolarmente accoglienti e moderati da Enrico Mentana e Andrea Cabrini, volti celeberrimi – da Tronchetti a Montezemolo a Della Valle a Bertelli – ed altri meno noti, ma non per questo meno forti nei loro mondi.

Il senso? Racchiuso appunto in questo manifesto per Renzi, dieci punti per uno scatto d’orgoglio ma anche una bella dose di ricostituente morale. In sostanza, l’Italia c’è, basta che se ne ricordi. C’è l’Italia del paesaggio ma occorre valorizzare ulteriormente lo stile di vita italiano, la capacità creativa della moda e del design, senza timore che l'Italia sia considerata un paese leggero. C’è l’Italia del digitale, dei big data, dell’intelligenza artificiale, che deve pilotare la tecnologia del 3d e dell’internet delle cose nel porto storico della tradizione manifatturiera italiana. Integrando nel sistema economico il nostro forte "terzo settore" anche per assorbire i probabili esuberi di manodopera... E poi ancora: accelerare sulla robotica, sull’automazione, sull’agribiotech, sull’ecosostenibilità.

Infine, i punti di natura politico-valoriale, quelli più degli altri indirizzati a Renzi: un nuovo "contratto sociale", che – come hanno sottolineato tutti i "numeri 1" – preveda nuove forme per restituire alla società una parte della ricchezza creata, o altrimenti lo sviluppo si affievolirà; un deciso progresso verso l’ideale di un’Europa Federale, secondo il Manifesto di Ventotene; un no convinto all’euro-egoismo tedesco, ma legittimato da un intervento risolutivo contro l’eccesso di debito pubblico italiano. Quindi tagli drastici alle tasse sulle imprese, e nuova riforma della scuola, basata sulle reali necessità della nuova economia e della data science.

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Sergio Luciano