Fincantieri: Bono, su Stx progetto industriale valido
ANSA/LUCA ZENNARO
Economia

Fincantieri: compriamo Stx France per un'industria europea più forte

L'azienda guidata da Giuseppe Bono guarda ai cantieri navali francesi di Saint-Nazaire. "Siamo portatori di un progetto industriale valido"

“Piccolo” non è più bello. Forse non lo è mai stato. Parola di Giuseppe Bono, da quindici anni amministratore delegato della Fincantieri, leader mondiale nella cantieristica, società a controllo pubblico quotata in Borsa.

Un’azienda che, rispetto a una Francia che compra o vuol comprare, si direbbe, tutto ciò che c’è di valido in Italia, va in controtendenza c’è: è a un passo da un’acquisizione clamorosa, quella dei più grandi cantieri navali d’Europa, Stx France di Saint Nazare, gli unici della Francia in grado di costruire grandi navi militari, comprese le portaerei.

“Siamo portatori di un progetto industriale corretto e giusto, valido, che ora deve essere esaminato e valutato per quello che è e per la sua portata”, spiega lui, parlando a Trieste a una platea affollata di imprenditori nel contesto di "Top 500. Le imprese del Friuli Venezia Giulia", organizzato dal quotidiano “Il Piccolo”.

“Il 93% delle imprese italiane ha meno di 15 dipendenti e, di queste, 4 su 5 hanno meno di 5 assunti”, spiega Bono: “Mi chiedo come si possa crescere in questo modo, se il 20% delle nostre imprese crea l’89% del pil. La maggioranza di queste realtà ha problemi di successione e il Paese se ne deve fare carico, perché i lavoratori hanno diritto di vedere che il proprio futuro va al di là di chi è oggi il titolare dell’azienda per cui lavorano. Ho il massimo rispetto per chi ha creato il patrimonio di un’impresa”, aggiunge Bono, “ma questo patrimonio è del Paese e va preservato”.

Ci riusciremo? Il discorso di Bono non è ottimista, anzi: "Da anni non si parla che di finanza e mai di economia reale. In futuro credo che torneremo molto indietro. La cultura di questo Paese, l’indebitamento delle sue imprese, l’incapacità di offrire una formazione di élite e il consumismo esasperato mi rendono pessimista. La Cina intanto sforna 1,5 milioni di ingegneri all’anno: da lì si tira fuori il talento, non da qualche migliaio di nostri ingegneri, dei quali molti arrivano alla laurea con difficoltà. Se non cambiamo strada subito, il declino italiano e dell’Occidente in generale mi sembra inevitabile".

Infatti il “male della piccola dimensione” si è infiltrato in tutta la vecchia Europa: “Prendiamo il settore delle telecomunicazioni”, osserva Bono: “In Europa abbiamo 68 società di tlc. Cina e Usa ne hanno tre ciascuna. Se non le mettiamo assieme, non possiamo competere con simili giganti”.

A maggior ragione nella cantieristica, un’industria che assorbe enormi investimenti: “Senza una cantieristica europea non possiamo competere a livello globale e lo stesso vale per l’industria dell’automobile e dell’energia. Abbiamo costruito l'Europa per regolare gli stati del Vecchio continente”, continua Bono, allargando di nuovo il suo discorso, “ma non ci siamo accorti che, nel frattempo, il mondo andava in un'altra direzione”. Spiraglio di speranza: in questo campo, l’economia può peraltro facilitare la politica, cioè stimolarla. “Quando parliamo di difesa comune, dico che partire da un’industria comune è più facile”.

E si torna a parlare di cantieri: “Il nostro progetto su Stx rappresenta un obiettivo fondamentale per scuotere un continente che ha bisogno di essere scosso. Noi lanciamo le idee e abbiamo la determinazione per seguirle, ma siamo anche coscienti che non tutte le cose riescono: abbiamo anche altre strategie di riserva”.

Per l'acquisizione dei cantieri di STX France di Saint-Nazaire, Fincantieri è stata ritenuta "preferred bidder", cioè miglior offerente, dal Tribunale fallimentare di Seoul (Corea del Sud) nel processo di vendita del 66,66% della stessa STX France.

Il 66,66% è la quota di proprietà del gruppo coreano STX Offshore & Shipbuilding, mentre il 33,34% è nelle mani dello Stato francese, che è intenzionato comunque ad aumentare la propria quota favorendo l'ingresso di DCNS, la società partecipata dallo Stato nel settore delle costruzioni di navi militari.

Ora sono in corso i colloqui per la definizione della governance della società, della quale hanno parlato anche Francois Hollande e Paolo Gentiloni nel loro primo incontro bilaterale lo scorso 10 gennaio.

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Sergio Luciano