Fiat a Wall Street, le 5 cose da sapere
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Economia

Fiat a Wall Street, le 5 cose da sapere

Il "vero" collocamento di azioni avverrà più avanti. A fine mese la decisione su come finanziare la crescita.

Alle 15,30 di lunedì 13 ottobre finisce un capitolo della storia della Fiat e se ne apre un altro: la società, insieme alla Chrysler, cambia nome e sbarca a Wall Street con il nome di Fca. Ecco le cinque cose essenziali che bisogna sapere in attesa di conoscere il prezzo di chiusura del titolo.

Il vero collocamento ci sarà dopo questa quotazione

La quantità di titoli che sarà quotata a Wall Street dalle 15,30, sarà molto bassa, circa 6 milioni di azioni. Lo sbarco a New York, in altre parole, è un avvenimento tecnico e di marketing, ma non si tratta di una vera e propria Ipo. Anche perché non si tratta dello sbarco in borsa di un’azienda nuova, ma di un’azienda già quotata a Milano che cambia nome da Fiat in Fca. Inoltre i 6 milioni di titoli sono già in mano agli attuali soci ai quali l’azienda ha messo a disposizione una parte delle azioni comprate in sede di recesso.

Il "vero" sbarco

Dopo la quotazione altre azioni verranno collocate sul mercato. Quante? Verrà deciso nel corso del consiglio d’amministrazione della società a fine mese a Londra. Quello che si sa è che il prezzo al quale il titolo Fiat aprirà a Wall Street sarà di 6,94 euro, lo stesso della chiusura di venerdì a Milano, un valore più basso dei 7,727 euro al quale sono state comprate le azioni dai soci che hanno esercitato il diritto di recesso. Il target price, però, è dato in crescita. Secondo alcune banche può arrivare a 10,50 nonostante che l’ebit del secondo trimestre del 2014 sia stato del 10,5% inferiore alle attese.

I programmi

Molto sinteticamente gli obiettivi industriali del gruppo Fca sono di aumentare le vendite di auto del 60% entro il 2018 arrivando a toccare i 7 milioni di unità in modo da produrre 5,5 miliardi di euro di profitti netti. Target davvero molto ambiziosi se si pensa che nel 2013 il gruppo ha realizzato profitti per circa 900 milioni di dollari frutto di un profitto netto della Chrysler di 1,8 miliardi e di perdite della Fiat pari a 911 milioni di euro.

Come vanno le vendite

Nel mese di settembre Fca ha venduto in Usa più auto della Toyota. Un ottimo segnale che però si contrappone con i numeri dei primi 8 mesi dell’anno quando Fca ha venduto solo 0,78% di auto in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Come si finanzierà Fca

Il piano industriale presentato da Marchionne a maggio a Detroit prevede investimenti per ben 50 miliardi. Da dove arriveranno? Una parte consistente verranno dal cash flow del gruppo ma è più che probabile che i soldi saranno incassati sia dal collocamento di azioni proprie (e, come detto, la quantità si conoscerà a fine mese) che da nuovo indebitamento. Nel corso dell’anno Fiat ha già collocato due emissioni di obbligazioni per un totale di 1,2 miliardi di euro circa. Secondo gli analisti c’è spazio per una nuova emissione, la terza, per altri 700-800 milioni entro dicembre.

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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