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Economia

Così Volkswagen vuole restare leader mondiale

Il ceo Mueller a Wolfburg ha presentato la "strategia 2025", il piano per il futuro: veicoli elettrici, digitalizzazione e partnership

Nessuna enfasi, pacatezza nei toni, ma al tempo stesso volontà di trasmettere al mondo un messaggio chiaro: che il gruppo Volkswagen è - e resterà - leader mondiale. E dunque con le risorse finanziarie necessarie per assorbire gli effetti del dieselgate negli Stati Uniti ma soprattutto per investire nel futuro della mobilità individuale.

Mathias Mueller, Ceo di Volkswagen group, nel presentare a Wolfsburg i risultati di bilancio del 2016, ha usato un’espressione tedesca “auf dem richtigen weg” che vuol dire "siamo tornati sulla buona e giusta strada". Una direzione che ha agli atti intanto il superamento della rivale Toyota (mai citata, per fair play) nel 2016 quanto a vendite globali di veicoli: 10,3 milioni, dei quali 4 milioni in Cina. "Meglio di quanto ci aspettassimo", ha detto Mueller, "anche come risultato operativo: 14,6 miliardi di euro. Essere primi fa notizia, ma non può essere fine a se stesso. È una dimostrazione di fiducia dei consumatori e faremo di tutto per mantenerla".

Dagli utili andranno scomputati 6,4 miliardi necessari, come per l’esercizio precedente, ad affrontare le spese legali e risarcitorie per i consumatori americani. Poche aziende nel mondo avrebbero retto un tale sconquasso.

Il futuro: strategia 2025
Il discorso di Mueller ha poi affrontato il futuro, quella che in VW chiamano la strategia 2025. E che prevede ovviamente il mantenimento della leadership mondiale: che non vuol dire per forza vendere più automobili, ma essere in grado di proporre per primi nuove soluzioni per la mobilità sostenibile: "avere un ruolo chiave nella protezione, nella sicurezza e nell’integrità dell’ambiente", come ha ribadito Mueller.

E infatti la strategia 2025 ha come caposaldo lo sviluppo di veicoli elettrici per ogni necessità, una decina entro il 2018 e una trentina nel 2025. Quest’anno inizierà una produzione pilota di nuove batterie e verrà dato ulteriore impulso alla digitalizzazione. Perché l’auto elettrica marchiata VW dovrà essere sul mercato tra un paio d’anni e dovrà avere tutta la connessione possibile, in modo da essere al top in sicurezza e, per chi lo vorrà, anche in grado di guidare da sola. Come è già in grado di fare il prototipo Sedric, presentato l’8 marzo al Salone di Ginevra.

L'offensiva di prodotto
Volkswagen ha oggi 37 centri operativi che lavorano sul design e sulla digitalizzazione dell’auto, con a capo – per dimostrare anche la discontinuità con la vecchia mentalità industriale – Johann Jungwirth, arrivato da Apple.

Nel breve termine, Mueller ha confermato l’offensiva di prodotto, in particolare con tanti nuovi Suv, per tutti i marchi del gruppo: VW, Audi, Seat, Skoda, Lamborghini, Bentley. Tra restyling e nuovi modelli saranno una sessantina le novità nel 2017.

I partner
Ultima ma non ultima, la volontà di procedere nel mondo con altri partner. VW non pensa a nuove acquisizioni, ("non abbiamo contatti con Sergio Marchionne", ha detto per due volte Mueller) ma ad accordi di collaborazione industriale, come quello con il gigante indiano Tata, annunciato la settimana scorsa, e il rafforzamento dei rapporti con Faw e Jac in Cina.

"Siamo robusti", ha concluso Mueller, "non soltanto finanziariamente. Il nostro obiettivo è di arrivare entro il 2017 a risolvere gli effetti per i clienti del dieselgate. Ma soprattutto siamo pronti alle sfide del futuro, ad un nuovo orientamento strategico. VW sarà più veloce nelle decisioni, saremo meno burocratici, più snelli, più femminili anche nel board, e più vicini al cliente".

E anche e giustamente vicini gli azionisti, come ha precisato Frank Witter, direttore finanziario di VW Group: 2 euro per le azioni ordinarie e 2,06 per le straordinarie, pari al 19,7% degli utili. La solidità si dimostra anche così, premiando chi ha in portafoglio le azioni di Wolfsburg e sostenendo il titolo che ora viene trattato tra i 142 e 145 euro, ma che era tracollato sotto i 100 all’indomani del dieselgate.

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Redazione